Riccardo Cortese, cresciuto nelle giovanili Fortitudo e ora a Mantova, è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Il 2005 fu la stagione in cui, da ragazzino, diventai un uomo. Non mi riferisco solo al discorso tecnico, ma anche a quello umano. Come giovane cresciuto nel vivaio biancoblù, ebbi la possibilità di allenarmi con grandi campioni, di sbagliare e di imparare molto. In coda alla regular season Vujanic si ruppe il ginocchio, Pozzecco fu messo fuori squadra e io ricevetti la convocazione dall'Italia Under 20. Alla Fortitudo serviva un play come giovane, così io andai a fare il raduno con la Nazionale di categoria e Piazza prese il mio posto. Anche se in quella stagione collezionai 8 presenze, lui a casa ha la medaglia, io no.
Oggi la squadra parte da un'ottima base: coach Luca Dalmonte, che affronto da avversario ormai da quindici anni, è una garanzia. Giocatori come Fantinelli, Aradori e lo stesso Cucci sono elementi importanti in A2. Anche la Effe ha avuto alcuni alti e bassi, ma come noi deve amalgamare un gruppo nuovo. Potenzialmente vale almeno i playoff.
Un ritorno in Fortitudo? Non ci siamo più incontrati. L'unica occasione è stata nell'estate del 2018, quella in cui la Fortitudo costruì la squadra che poi vinse il campionato di A2 e tornò dopo dieci anni in Serie A. Parlammo molto, ma poi l'allora presidente Pavani fece un'altra scelta e la trattativa sfumò"


(foto Stings Mantova - Federico Tamassia)

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