Fabio Bazzani è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Credo che sia doveroso, prima di tutto, riconoscere alla proprietà uscente di avere riportato la Fortitudo in Serie A e a disputare una semifinale di Coppa Italia. Quando arrivò nel 2013, non c'era niente. In un percorso di dieci anni ha ottenuto buoni risultati, anche se non nego che nelle ultime due stagioni siano sorti problemi che hanno reso la situazione insostenibile. Forse questo era il momento di una ventata di novità.
Conosco di nome Stefano Tedeschi, meglio suo figlio Andrea. Prima di tutto penso alla serietà che la famiglia può garantire, cosa che è già una buona partenza. Il fatto che tengano al bene della Fortitudo non è in discussione. Con Andrea ho trascorso anni sugli spalti, so che è un fortitudino vero, come tutta la sua famiglia. Non conosco gli altri, a parte Gentilini.

Si aspettava il suo rientro nella cordata dopo il precedente allontanamento? "Non essendo mai stato io nella cordata, i miei sarebbero giudizi sommari. Io credo che, se hai uno sponsor che garantisce un cospicuo sostegno economico, non ha senso che sia un separato in casa".

Caja è l'allenatore giusto per la Fortitudo? Sì, mi sembra sia la persona giusta. Quando devi ripartire, serve credibilità anche negli atteggiamenti. Oggi chi lavora in Fortitudo sa che dovrà dare tutto quello che potrà. Caja è un allenatore intransigente, se ha sposato questa avventura ha avuto garanzie e credo possa essere egli stesso garante di una certa mentalità, di un modo di lavorare e delle regole che devono essere presenti in questo contesto. Quello che vediamo la domenica in partita è lo specchio di quanto succede in settimana. In questi anni ho sentito troppi "Forza Fortitudo" e visto troppi pugni battuti sul petto per ingraziarsi il pubblico, ma pochi fatti. Gli appelli alla fortitudinità si sono dimostrati nulla alle prime diffcoltà. Adesso spero in un cambiamento. Non si può ingannare il pubblico fortitudino".

Cosa si aspetta dalla Fortitudo? "Mi aspetto di vedere un gruppo omogeneo che vada nella stessa strada nelle vittorie, ma soprattutto nelle sconfitte, senza sbracare. Con un allenatore come Caja e con una società che deve ristabilire le gerarchie, cosa che farà, i giocatori non avranno alibi. Non so dove la squadra arriverà. Vorrei vedere unione di intenti e meno reazioni istintive e nervose. Mi è piaciuta la prima intervista rilasciata da Tedeschi: non ha fatto voli pindarici, ma ha parlato dei playoff. Se sei la Fortitudo, in questa categoria devi fare il massimo".

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