Bolgia più omerica che non virgiliana, ma che Mantova porta comunque a casa sfruttando l’ennesima prova imbarazzante della Fortitudo, che lascia un tempo agli avversari, cerca di recuperarla più di rabbia (5 tecnici) che non di vera e propria tecnica, e che come già successo con Cividale non approfitta dell’assenza, negli avversari, di un americano, in questo caso Miles. E’ chiaro che qualcosa nella testa della squadra non va, se nemmeno l’elenco delle motivazioni messo in campo da Dalmonte nel prepartita è servito per accendere la luce a buona parte dei giocatori, tutto qua.

Uno degli applausi più lunghi che il Paladozza ricordi per il ricordo di Lorenzo Bastelli, e poi partenza. Svagata, con Mantova che non approfitta di una difesa Fortitudo che lascia buchi ovunque e scaraventa svariati palloni in parterre, e dall’altro lato l’ennesima schiacciata sbagliata da Davis che porta alla dicotomia del tifo tra chi incoraggia e chi fischia. Il pragmatismo di Italiano evita la prima fuga esterna, ma continuando a giocare di fioretto e di sonnolenze il primo quarto va in frigo con il 23-16 Mantova.

Qualche decisione arbitrale impopolare ma nemmeno tanto sbilenca manda in tilt il già precario momento emotivo di Bologna, che in un nervoso ciapanò finisce in una catacomba di -16 (18-34) con Mantova quasi a gigioneggiare davanti a teste più ciondolanti che non presenti. Dalmonte allarga le braccia davanti alle forzature dei suoi giocatori, la Marianne tocca il -21 (25-46) con picchi di caos difensivo indescrivibile, e ad un certo punto il gong del 20’ arriva quasi come un toccasana per chi sembra davvero giocare con le scarpe e la testa allacciate al contrario. 48-28 Mantova, 13-29 a rimbalzo e qualche fischio sparso.

Barbante è fin troppo coinvolto, facendone una bene e una no, ma almeno dimostra che l’atteggiamento dopo l’intervallo è un po’ cambiato. Davis sbaglia l’ennesimo appoggio ma fa lavoro encomiabile su Ross, e almeno dietro è chiaro che la musica è diversa. Si continua a giocare slegati e in modo approssimativo, però più di orgoglio che di tecnica qualcosa lo si erode, un tecnico a Panni sul -10 scalda ancora di più la platea, 62-49 al 30’, storie tesissime tra Italiano e Ross, carta in campo.

Altro tecnico a Cucci per eccessi ormonali e ambiente a livelli infernali, Mantova barcolla e la Fortitudo che non è lucida ma che rimane sul pezzo. Una tripla di Veronesi che viene sputata via dalla centrifuga del ferro pare il segnale che il trend vada in direzione Bologna, con Fantinelli e Cucci che la prendono sul personale e di peso portano la Effe in clamoroso ma meritato quasi equilibrio. La partita però degenera, con altri due tecnici che portano all’espulsione di Cucci e al rifiatare lombardo. Si resta nel caos, con Mantova che forza e Bologna che non ne approfitta, con liberi buttati via da entrambe e il redivivo Aradori a fare -1 a 1’ dalla fine prima e di nuovo a -20”. Poi Ross sbaglia un libero, ma Calzavara scuce il rimbalzo dalla zona di Italiano andando di fatto a chiuderla. Ok, abbiamo capito.


(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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