(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

E allora, che finale sia. Si era iniziata la stagione ad agosto, dopo l'ennesimo luglio fatto di poco basket e tante scrivanie, con i batti e ribatti che hanno alfin portato il potere decisionale alla nuova dirigenza, non senza colpi di scena e faccenduole precedenti, tra nostalgie e imboscate. Squadra fatta in fretta, ma senza gli obblighi e i doveri impliciti dell'anno prima, e asticella tenuta forse fin troppo bassa (ok obiettivo playoff, ma con 8 su 12 nel girone ad entrarci non stiamo esattamente parlando di miracoli sportivi) nelle prime dichiarazioni. Poi, è andata come sappiamo: Caja ha trovato subito la sua quadra, la squadra pur andando spesso a diverse velocità è stata dietro, e l'unico momento di appannamento - l'orologio, diciamo - spazzato via da un impatto playoff che ha detto fin qua 6-0, 59 punti (59, e qualche decimale) beccati a sera, e insomma: luna di miele.

Si torna in finale, allora, come era successo nel 2016, dopo una annata galleggiando a metà classifica senza particolari obiettivi - si era fatto il doppio salto, dalla B2 alla A2, per via della riforma campionati - ed esplosione playoff pur senza Jonte Flowers. Ci sarebbe poi stata Brescia, a chiudere la porta ad ulteriori sogni: due sconfitte là, due vittorie (la seconda in una dimostrazione pazzesca, pazzesca, di potenza) qua, e poi la decisiva, là, ormai con le ruote sgonfie. Questa è una Fortitudo diversa, dall'andamento più regolare e superiore, forse con qualche ambizione in più di quella là. Che avrebbe chiuso comunque tra baci, abbracci e tripudi: Boniciolli in quei giorni avrebbe potuto chiedere di farsi spostare il Nettuno in giardino e qualcuno glielo avrebbe traslato, tanta era la sua popolarità (messaggio ai naviganti: visto poi come sia diventato divisivo in seguito, lo tenga presente Caja: qua è un attimo, senza per forza di cose iniziare ad allenare per la squadra dell'anno successivo con 110' di anticipo). Quindi ci sarebbe da dire comunque vada sarà un successo. Però riparliamone tra un po', ok?

Trapani è favorita, questo lo si sa, potendo quindi mettere un po' di pressione sugli avversari e non sulle spalle della Fortitudo: di là si parla già di Europa, di qua fino a poche settimane fa la vulgata era di vincere ma non tantissimo perchè non si è pronti. E allora, da sabato, che si giochi con il gusto di giocarla, sapendo che comunque vada è stato fin qui un successo. Poi, quel che deve accadere accada, ma intanto già esserci, viste tante tante cose, male non è.

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