La stagione 2023-24 della Fortitudo è iniziata oggi.
Il nuovo presidente Stefano Tedeschi e Attilio Caja hanno parlato alla stampa nella sala Blu della palestra Furla.

Attilio Caja - Ringrazio Stefano per le belle parole. Ringrazio anche Matteo Gentilini per essere salito a bordo accettandomi a scatola chiusa. Ringrazio tutti i soci, e i tifosi.

Sento il dovere di dare risposte a questa fiducia. Io mi metto pressione da solo, ma la pressione nello sport è positiva. Quella negativa ce l’ho solo al pronto soccorso, quella di un palasport è positiva. Abbiamo la fortuna di fare basket in una città che vive di basket, con una società generosa che mi ha messo nelle condizioni di lavorare bene, ringrazio tutti i collaboratori, da Nicolò Basciano e Jacopo Pavani.

Bisogna portare questa positività alla squadra, dobbiamo far fare le cose seriamente. Questo è il mio compito, convincere i giocatori a essere una squadra rispettata, che corre, che mette le mani addosso, che ha un’identità. E’ banale dire “siamo la Fortitudo”, abbiamo il popolo dietro che ci spinge, il campo può essere in discesa. Ma perchè sia un vantaggio dipende da noi.

Nella composizione della squadra sono partito dai ragazzi che c’erano, è stato positivo partire da Aradori e Fantinelli, e Panni aggiunto dopo. Bisogna mettere in risalto le qualità buone dei giocatori, come la vetrina di un negozio. Aradori è una prima punta offensiva importante, Fantinelli è importante con la palla in mano. Abbiamo aggiunto un altro italiano e quindi abbiamo scelto di coprirli con due stranieri sotto canestro, mi rendo conto che è una scelta atipica.Ma così possiamo avere buona fisicità e atletismo sotto canestro, e la possibilità di correre. Con aggressività ed energia si va lontano, senza no. Abbiamo messo ragazzi giovani dalla panchina, ci aiuteranno a essere pronti nel lavoro quotidiano e la domenica. Sono molto contento e molto motivato. Credo si possa fare un eccellente lavoro.

Ci alleneremo a Zola Predosa da oggi pomeriggio, in attesa del PalaDozza. Se si va all’esame preparati, le domande sembrano facili. Dobbiamo fare, e garantisco che faremo nel miglior modo possibile. I giocatori sono orientati a questo, spero sia sufficiente parlare, se non lo farà glielo faremo capire anche con i modi. Come sono motivato io dopo 32 anni di serie A non vedo motivo perchè non lo siano loro.

La scelta degli 11 senior? Credo che la competizione interna sia importante, e poi volevo giocarmi la scommessa Luigi Sergio, ragazzo di grande qualità che viene da un anno e mezzo di infortuni. Ha accettato un tipo di contratto subordinato alle condizioni fisiche. Per averlo dovevamo avere la copertura di un altro giocatore. E avremo sempre allenamenti competitivi, con me vale la meritocrazia, gioca chi produce. Sappiamo che gli infortuni ci sono, ma speriamo che le scelte siano solo tecniche.

Manca un play ragionatore, sarà una Fortitudo da corsa? Non c’è più Aldo Ossola, adesso i giocatori sanno fare tutto. Dobbiamo correre, e nello stesso tempo avere il piano B, a metà campo. Con allenamento e impegno Fantinelli piuò fare benissimo queste cose. L’allenatore deve dare un sistema di gioco, uno spartito e dei binari sui quali il giocatore va. E a metà campo abbiamo giocatori importanti, come Aradori. Dobbiamo attivarlo. Ma soprattutto dobbiamo mettere sempre grande pressione agli avversari.

Aradori e Fantinelli li avevamo già,  fortunatamente perchè sono un valore aggiunto. Panni invece è stata una scelta. Da Aradori mi aspetto molto, e per questo non ci sono troppe punte sul perimetro, con un americano avrei ingolfato il settore. Ho fiducia in Bolpin e Panni, che giocherà da guardia. Dovrà fare il terminale. Credo di avere un settore piccolo omogeneo, e poi vedremo sotto canestro se con gli americani avremo visto giusto. Sono come le uova di Pasqua, vedremo la sorpresa che c’è dentro e questo si può fare solo giorno dopo giorno. Se faranno quello che tecnicamente possiamo toglierci delle soddisfazioni.

L’obiettivo è quantificabile? Vogliamo lavorare al meglio per arrivare pronti, non si cammina per il campo e non si sta a tre metri dall’uomo. Cerchiamo di condizionare il gioco. Aggressività dappertutto, anche a rimbalzo offensivo. Se a inizio allenamento chiamo i giocatori e loro camminano io già mi innervosisco. Obiettivi? Onestamente io molti americani degli avversari non li conosco. Ci sono anche gli avversari, vedremo. Ma noi dobbiamo guardare a noi stessi, e strada facendo ci accorgiamo di quelli che saremo, e nel caso prenderemo contromisure, eventualmente chiedendo aiuto alla società. Sulla carta tanti sono bravi… ma poi c’è il campo. A inizio stagione tutti partono per vincere, ma poi bisogna vedere chi si prepara per vincere.

La parola serie A sarà sempre ripetuta? Ma va bene, mica siamo qui a giocare per perdere. In 30 anni di carriera la A2 l’ho fatta due volte, anche a me piacerebbe, sono il primo. Ma se c’è qualcuno più bravo di te cosa devi fare? Nello sport non c’è il massimo assoluto, c’è il massimo relativo. E’ bravo chi ha fatto quello che poteva fare. Siamo consapevoli tutti che dobbiamo fare le cose fatte bene. Partiamo oggi, lavoriamo bene e vediamo dopo 10 partite a che punto siamo.Non siamo qui a fare propaganda di pentole. Se c’è chi ha più talento di noi non sarà una colpa, sarà una colpa se non daremo il massimo.

Ti piace vivere la città? Io nella mia vita ho sempre fatto allenamenti a porte aperte, salvo qualche clinic o allenamento tattico poco interessante. Se la gente vuole venire e si comporta bene qual è il problema? Non siamo mica qui a fare trapianti a cuore aperto e inventare la penicillina. Vogliamo dare l’impressione di batterci, di farci il culo a mongolfiera. Io mi so difendere e non ho paura

Alberto Conti potrebbe essere il “quid” in più? Mi aspetto che possa fare bene, come da tutti i nostri sei esterni. Credo che il termometro della stagione possa essere la stagione del nostro “4”, Ogden, invece con gli esterni sono convinto che siamo coperti. Abbiamo sei giocatori che possono fare molto e essere intercambiabili. Nella mia idea il play è Fantinelli con cambio Giordano, Panni fa la guardia, e Conti può fare il 2 o il 3. Mi sento fiducioso sugli esterni, che devono fare un lavoro impegnativo in difesa, che è la prima cosa che ti fa vincere le partite casalinghe. Se per assurdo le vinci tutte in casa e le perdi tutte fuori vuol dire che difendi bene, come Marco Calamai insegnava 30 anni a Pavia.

(Foto Motolone)

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