Alessandro Pajola è stato sentito da Piero Guerrini per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"Essere in azzurro è un grande motivo di orgoglio, un primo risultato del tanto lavoro svolto, ero sempre nelle giovanili quindi è anche la continuazione di un percorso. Anzi, un inizio.
La crescita? Non credo ci sia un episodio chiave, ma una crescita figlia dell'impegno costante. Giocare in un sistema solido rende tutto più facile. Poi durante il lockdown mi sono concentrato su me stesso, sui dettagli utili. E ogni giorno mi alleno con Teodosic, Markovic, con campioni, ho un coach importante che crede in me, mi consiglia e striglia.
Teodosic e Markovic? Tendo a non disturbarli, li osservo e di continuo. Piuttosto, sono loro a venire da me se sbaglio qualcosa, a correggermi e suggerire, incoraggiarmi.
Non andare in prestito? La scelta è stata condivisa, io volevo restare dove sono cresciuto e loro mi hanno concesso la possibilità. Non so dire se ci sia un percorso migliore o peggiore, ma questa è la strada per me.
Djordjevic? Aiuta tanto. Si ferma a lungo con me, per parlare, consigliare. 11 bello è che ha già vissuto le mie esperienze, gli interessa molto l'aspetto mentale e la questione della leadership. Per me è fondamentale.
Essere una bandiera? L'idea di giocatore bandiera mi piace moltissimo, ma c'è ancora una lunga strada."

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