Il dopopartita di Virtus-Brescia

A Belgrado abbiamo toccato il fondo e dopo un confronto interno stiamo cercando di risalire. Queste parole di ieri di Nicola Akele sono la fotografia della Virtus di questo periodo. Da squadra (che sembrava) allo sbando a squadra in missione il passo è stato breve. Con Brescia è arrivata la quinta vittoria nelle ultime sei partite, ed è stato mandato un messaggio importante a tutte le rivali per la corsa allo scudetto, Milano in primis. La Virtus ora c’è.
Finita sotto di 15 nel primo tempo, anche per grandi meriti di Brescia e di coach Poeta - che ha preparato benissimo la partita - la Segafredo di qualche settimana fa avrebbe probabilmente mollato. Quella attuale invece non si è persa d’animo e ha riaperto la partita con un quintetto decisamente atipico, con Holiday da quattro e Shengelia da cinque. Cambiata l'inerzia, nel secondo tempo invece c’è stata una sola squadra in campo, con un dominio bianconero che è arrivato fino al +16. Trentuno punti di escursione, per una notevole prova di forza.
Si è rivisto il miglior Cordinier, e per provare ad andare fino in fondo non si potrà prescindere da lui. Per il resto tante cose utili da tanti, anche e soprattutto dietro. Questo è il segnale più importante, la squadra sembra aver ritrovato la difesa dei primi giorni di Ivanovic.
Da adesso e per un mese circa, si gioca solo una volta a settimana. E’ l’occasione ideale per mettere benzina nel serbatoio in vista dei playoff, e per recuperare i giocatori più in difficoltà. Belinelli e Polonara sembrano finiti ai margini delle rotazioni, ma in vista della post season anche il loro contributo potrà essere molto utile. Inoltre, a stretto giro di posta bisognerà decidere cosa fare di Justin Holiday. L’ex Denver fino a pochi giorni era destinato al taglio (e forse lo è ancora) ma ha estratto dal cilindro due ottime partite, mostrando quelle qualità - difensive e al tiro - che gli hanno garantito una lunga carriera in NBA. Perlomeno, quindi, bisognerà pensarci su.