Ricordando lo scudetto della stella del 1984, Luca Muleo per Stadio ha sentito due protagonisti, Roberto Brunamonti e Marco Bonamico. Un estratto delle loro dichiarazioni.

Roberto Brunamonti - "Abbiamo messo la stella accanto alla V. Sulla canotta, quelle due cose resteranno per sempre. E, da appasisonato, spero di vedere una seconda stella quanto prima. Van Breda? Avevamo un rapporto meraviglioso in campo e fuori, nell'ultima azione tutti pensavano che avremmo rimesso nella nostra metà campo per perdere tempo, sarebbe stata la scelta più logica. Lui guarda me, io guardo lui, ci diciamo di attaccare subito il canestro e così la gara finì. Rimasero spiazzati. Ci eravamo preparati molto bene contro la zona 1-3-1 che aveva salvato Milano in tantissime partite, portandola spesso a robaltare il punteggio. Villalta da una parte, Fantin e Bonamico dall'altra furono bravissimi e messi anche in condizione di prendere buoni tiri. Bucci? Fu determinante, era il suo primo anno a Bologna, veniva da ottimo risultati, ma vincere un titolo così importante fu decisivo e un suo grande merito"

Marco Bonamico - "Dagli angoli potevo solo tirare o passarla. Certo, il vantaggio di conoscere la 1-3-1 di Peterson fu decisivo, e la presenza di Van Breda Kolff determinante. Ci eravamo alternati per tutto l'anno nel ruolo di guardia e ala, avere un 2.03 con grande visione di gioco che poteva giocare sopra la testa di D'Antoni ci diede modo di metterli in difficoltà. La rimessa finale? Roberto fece esattamente il contrario di ciò che andava fatto sulla carta. D'altronde un giocatore della sua classe e intelligenza ha letto benissimo la situazione. Era come un tiro imparabile, quando Mike cercò di anticiparlo rimase indietro di due giri. Come dice Robert Frost, c'erano due strade nel bosco e io preso la meno battuta. Adesso mi auguro di poter festeggiare anche io quando la Virtus raggiungerà la seconda stella"



(foto Natale Chirulli)

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