Luca Gandini, passato dalla Fortitudo a Ravenna, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.

Ecco un estratto delle sue parole.

Sono stati due anni fantastici. Ho ricevuto veramente grande affetto e calore dal pubblico e dalla società. Me ne vado con un solo rimpianto: non avere vinto il campionato. In entrambe le ultime stagioni avevamo le potenzialità per riuscirci, ma non ce l'abbiamo fatta. Io ho dato tutto quello che avevo in ogni partita e in ogni allenamento.
Cosa è mancato? Conquistare la Serie A con questa formula era come vincere il SuperEnalotto. Ma è anche vero che mai, nelle ultime due stagioni, abbiamo dimostrato di essere sul campo la squadra più forte. Due anni fa, dopo il quinto post in regular season, vincere ai playoff era dura. Quest'anno abbiamo pagato errori su alcuni particolari. Come gara 1 della semifinale playoff a Casale, dove abbiamo perso una partita che era già vinta.

L'arrivo di Pozzecco? Quando è arrivato ha trovato una squadra un po' scarica dal punto di vista mentale e fisico. Abbiamo subito lavorato duramente su entrambi gli aspetti e i primi mesi sono andati bene. Poi nei playoff il suo carattere molto caldo, a contatto con alcuni caratteri un po' particolari di alcuni componenti della squadra, ha trasmesso ansia anziché serenità. Personalmente ho apprezzato molto il suo lavoro e non lo vedo assolutamente come colpevole: ha dato tutto quello che poteva.
Saresti voluto rimanere? Ovviamente sì. Quando si entra in una piazza del genere, si fatica ad andarsene. Poi sapevo che sei miei compagni di squadra avevano il contratto perla prossima stagione, per cui un po' mi aspettavo che non sarei stato confermato.
La Fortitudo che sta nascendo? E' una squadra in linea con l'obiettivo di vincere il campionato. Probabilmente l'errore dell'anno scorso di avere tanti giocatori che volevano sentirsi protagonisti ha fatto in modo che quest'anno si allestisse un roster con ruoli ben delineati dall'inizio.

(Foto di Fabio Pozzati)

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