Marco Belinelli è stato intervistato da vari quotidiani, in particolare Gazzetta dello Sport, Corriere di Bologna e Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle parole del neo-giocatore dei San Antonio Spurs.

Il ritorno a San Antonio. C’erano state tante chiacchiere. San Antonio mi aveva già richiesto a gennaio e, per dirla tutta, mi aveva cercato anche in passato. Sabato ero al telefono con il mio agente, Sam Goldfeder e con mio fratello Umberto, ero tranquillo, perché mi avevano detto che prima di lunedì scorso, difficilmente, sarebbe successo qualcosa.
Invece il mio cellulare ha cominciato a vibrare. Avevo la suoneria silenziosa, erano le 6 di domenica mattina, stavo dormendo. E’ venuto a cercarmi Enrico, mio fratello maggiore. Mi ha svegliato. Un consulto con Sam, Umberto ed Enrico, sentendo anche Martina, la mia ragazza.


Difficile dire no a Popovich. E poi conosco l’ambiente. Sono molto contento. Ho firmato per due anni ci arrivo con una testa diversa rispetto alla prima volta, quando ero più giovane e alla prima esperienza con una franchigia di quel livello. Ora so cosa mi aspetta, so che si lavora bene e cosa mi viene chiesto, loro mi conoscono e conoscono il mio fisico e le esigenze. A San Antonio si gioca a pallacanestro e si gioca per vincere, sono spronato a dare il meglio.

Il sistema Spurs. Ho lavorato bene con loro, ho vinto. E’ una squadra che gioca una pallacanestro che mi è sempre piaciuta, perché è tutto pianificato. Organizzazione al top.

Con Parker cosa è successo? Non lo so. Sui social si legge di tutto. Per ora voglio starne fuori. A San Antonio, magari, capirò qualcosa. Spero che la situazione possa risolversi favorevolmente per San Antonio. Stiamo parlando di un giocatore fantastico, stellare. Come lui non ce ne sono.
Anche di Kawhi Leonard leggo sui social, vedremo. Lui di sicuro è un giocatore fantastico quindi spero si risolva tutto. Poi ritroverò Manu.

Ginobili quindi continua? Sarebbe bellissimo. Io e lui ci siamo trovati davvero bene a giocare insieme, con lui ho vinto. Nei prossimi giorni saprò di più dei movimenti della squadra.

Il ritorno nella Western Conference. Il dislivello è allucinante. Golden State ha un quintetto composto interamente da Ali star. Houston rimane forte, Okc e Phoenix si sono rinforzate, poi ci sono altri team davvero di qualità. E LeBron è uno abituato ad andare sempre almeno in finale, i Lakers tornano decisamente in corsa adesso. Golden State è favorita, mentre a Est penso che l'anno prossimo Boston possa essere la finalista.

Il numero di maglia? Avrò la 18. La scorsa stagione era addosso a un rookie, io ormai sono un veterano e ho il diritto di averla.

Ruolo? Partirò dalla panchina, spero di avere un ruolo importante come quello che ho avuto a Phi-ladelphia. Starà a me però guadagnarmi minutaggio e rispetto. Sono molto carico, vedremo come sarà la squadra quando comincerà il training camp.

Popovich e Messina? Ho parlato con entrambi. Con Pop il legame è molto stretto, anche con Ettore abbiamo scambiato qualche parola al telefono. Avrò un ruolo importante in uscita dalla panchina che voglio meritare e per questo mi sto allenando duramente come sempre con Marco Sanguettoli.

La Nazionale? Sono sempre in contatto con il presidente Petrucci e ho sempre detto che un traguardo importante in azzurro è quello che manca alla mia carriera.

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