Gigi Serafini è stato sentito da Luca Muleo per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"Un periodo come questo? Sarà molto difficile uscirne e riprendere il campionato. Se dobbiamo parlare di sport, dico che è un peccato. La Virtus stava giocando un gran basket. Ora mi auguro un po' di serenità e di tranquillità per la gente, al di là della pallacanestro.
I ricordi? Erano giorni in cui si stava bene. E c'era una pallacanestro completamente diversa, un basket più tecnico e meno fisico.
Lo scudetto del 28 marzo 1976? Ricordo la prova di Bertolotti, Antonelli, Driscoll, i miei compagni. Di quella partita ho in testa immagini sbiadite, in realtà. La corsa della gente al Palazzo, l'attesa di quei tempi. Noi forse eravamo soprattutto concentrati su Varese, che avremmo incontrato la settimana successiva. La festa durò almeno un mese, per non dire che non è mai finita. La gente era impazzita, se giravamo per Bologna ovunque andassimo non riuscivamo a pagare una consumazione. Tutti ti riconoscevano, ti fermavano, eravamo quelli che c'erano riusciti vent'anni dopo.
Eravamo davvero tutti amici, ci trovavamo la sera dopo gli allenamenti e anche durante il giorno si viveva in simbiosi. Mai una litigata. E poi un grande allenatore.
Dan Peterson? Innovatore è l'aggettivo giusto. Al primo approccio si capì subito che aveva qualcosa in più degli italiani. Lui ci sapeva spronare, toccava i
tasti giusti. In spogliatoio metteva cartelli motivazionali oppure con le istruzioni. Era preciso, sapeva cosa voleva: Bertolotti tu fai questo, Gigi tu quest'altro. Non potevamo sbagliare.
Oggi manca la qualità, tutti saltano, corrono, vediamo grandissimi atleti ma poca mano"

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