FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO BOLOGNA
FOTO DI VALENTINO ORSINI/ FORTITUDO PALLACANESTRO BOLOGNA

Guido Rosselli è stato ospite di Sport Club su E-Tv.

Giochi ancora! “E' l'ultimo, sono a Empoli, in B interregionale”

Ma sei sicuro di smettere? “Ho già una squadra di amatori, e ho iniziato ad allenare i bambini. Devo capire se andare avanti con loro o con gli adulti”

Come si possono allenare bene le nuove generazioni? “Ognuno ha i suoi gusti, la pallacanestro è cambiata e come vengono gestiti i giocatori prima dell'arrivo in prima squadra. Ora fanno fatica ad accettare tre allenamenti al giorno, come li facevo io. I talenti ci sono, non fasciamoci la testa, gli allenatori devono essere bravi a fare un passo verso i ragazzi e viceversa”

Milano ha cambiato faccia dopo l'addio di Messina: ci sono giocatori che soffrono gli allenatori con molta personalità? “Può essere tutto, io non ci sono dentro. La scossa può avere varie cause, forse il cambio allenatore ha responsabilizzato i giocatori. Un cambio tecnico non è mai tutta colpa dell'allenatore, è una corrida, e i giocatori si ritrovano senza alibi. Ti guardi in faccia e cerchi di tirare fuori qualcosa. Poeta sa quali corde toccare per far rendere i ragazzi”

Sei più virtussino o fortitudino? “Ho vissuto le due squadre in due momenti particolari, quando c'era da ricostruire ed essere promossi. Ho avuto la fortuna di esserci riuscito in entrambe le parti, poi al gradino superiore non c'è stato spazio o la volontà di tenermi o restare come capitato anche altrove. Sono stato un buon giocatore per la A2, ho fatto fatica in A1, e ho passato stagioni bellissime con compagni e gruppi che vanno nella top 3 della mia carriera. Eravamo belli sia dentro che fuori dal campo”

L'attuale Fortitudo? “E' ancora in cerca di equilibri, ma è anche vero che la attuale A2 è un campionato complicato, ci sono 10-11 squadre in due vittorie. E' difficile dare le carature delle singole squadre, a metà del girone di ritorno ne sapremo di più. Questo vale sia per la Fortitudo che per tutte le squadre del campionato”

L'attuale Virtus? E ti aspettavi un Pajola così importante? “Ha fatto una gran bella squadra, può dire la sua anche in Eurolega. Ha avuto qualche momento di sfortuna, come le fischiate nell'ultima partita. Sfrutto Pajola per avere biglietti di Eurolega per qualche amico… già anni fa si capiva che aveva caratteristiche che non si possono insegnare, e la testa giusta per capire quello che gli serviva. Si vedeva sarebbe diventato un giocatore determinante, ha lavorato sul tiro diventando più affidabile, e gli anni con Teodosic gli sono serviti. Non avrà tanti punti nelle mani ma non sono tanti i giocatori che possono decidere una partita senza essere terminali offensivi. Lui ha ancora tempo per crescere, ma in Eurolega di giocatori come lui ce ne sono pochi"

Come vedi Milano e Virtus in Eurolega? “Anche qui la classifica è corta, il campionato è ancora lunghissimo e tutto verrà deciso da roster profondi e infortuni. Tra 7-8 partite si capirà in che fascia sono le squadre. Per quanto fatto finora, Virtus e Milano possono puntare ai playoff o ai playin”

Da uomo di basket cosa ne pensi della situazione Trapani? “Da uomo che ha vissuto per tanto tempo la pallacanestro mi sembra ingiusto ci sia tutto questo spazio mediatico. Le cose ci sono, non sarebbe giusto negarlo, ma andrebbero risolte dentro la Fip e la Lega: il circo mediatico non fa bene al movimento. Sono tutte persone adulte grandi e vaccinate, si mettano ad un tavolo e risolvano la questione. Se poi le regole sono state infrante, io non sono mai per le vie di mezzo: se ci sono, vanno rispettate”

Torneresti in Fortitudo a gettone? “Forse per fare l'assistente di Attilio… ormai non ho più il passo, anche in interregionale la velocità di gioco è cambiata, figurarsi in A2. Non sono un fan di questo nuovo basket, ma ci si deve adeguare”

Un tuo ricordo di Alberto Bucci? “Avevo con lui un rapporto molto stretto, ci siamo sentiti e quando sono stato messo fuori squadra lui è stato l'unico della società con cui ho parlato direttamente in quel periodo in cui mi allenavo da solo. Quando ho scelto la Fortitudo è stata la prima persona a cui l'ho detto e spiegato, non avevo motivi di rivalsa ma non volevo per motivi familiari allontanarmi troppo. Ha fatto le migliori cose possibili nel momento peggiore della Virtus, è stato capace di formare un gruppo di consiglieri e di persone che ci tenevano, facendo un po' di pulizia di chi la vedeva solo come una opportunità. Lui è stato capace di ricreare entusiasmo, di rinnovare la curva, e se la Virtus è dove è adesso è anche per merito suo”

 

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