Nell’ambito di un articolo riguardante l’autarchia della serie A in panchina (tranne Djordjevic, tutti gli allenatori sono italiani), la Gazzetta dello Sport ha sentito anche Antimo Martino.

“Sono contento che molte squadre abbiano avuto il coraggio di dare fiducia ad allenatori giovani e con grandi motivazioni, piuttosto che a qualche straniero più esperto. Io sono arrivato in A vincendo il campionato, poi c'è la conferma di Brienza, la scelta di Carrea a Pistoia, Perego a Pesaro. C'è voglia di sperimentare, è un bel segnale.
Gli slavi? La caratteristica degli slavi è credere molto nel lavoro e nell'intensità. Però non ho visto grandi differenze con i tecnici italiani, può cambiare la filosofia del gioco ma la metodologia di lavoro è la stessa. Non ho avuto dei modelli che mi abbiano ispirato nella mia carriera. Ho appreso qualcosa da tutti. Anche se non potevo incidere in prima persona, assorbivo quello che vedevo dalla mia prospettiva. Un metodo che mi è poi tornato utile da capo allenatore.
Da giovane allenatore guardavo tantissimi Vhs delle partite di Messina. Non posso che essere contento del suo ritorno, a 360 gradi. Le interviste, la precisione e la puntualità dei messaggi inviati anche negli ultimi giorni fanno solamente del bene a tutto il nostro movimento.
Come mi definisco? Ambizioso, preparato ed equilibrato”


(FOTO VALENTINO ORSINI - FORTITUDO PALLACANESTRO 103)

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