(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Liofilchem Roseto - Flats Service Fortitudo Bologna 86-82

Molto più che lavori in corso, questa Fortitudo. Che esordisce in campionato sul – come si suol dire – caldo campo della neopromossa Roseto facendo 40’ di rincorsa, non collassando mai ma non dando nemmeno l’idea di potercela fare, nemmeno nel caotico terzo quarto che ha visto i Caja’s tornare fino al -2. Ma con l’handicap di un -17 preso nei primi 16’, e con troppi giocatori ancora appesantiti nelle traiettore difensive, non ci si illude e si torna a casa con il primo KO della stagione, non abbastanza mitigato dall’ultimo, inutile, avvicinamento. Vince Finelli, vince una Roseto più pimpante, alla prossima.

 

Cronaca

Si parte con Caja che vorrebbe chiamare timeout ad ogni azione, sia difensiva che offensiva: la difesa imbarca triple che arriveranno dal Pleistocene ma fanno male, l’attacco cerca faticosi servizi in area che a nulla portano, e in un amen si è già sotto in doppia cifra, 10-22, anzi 25, anzi 27. Fin troppo, si sblocca Imbrò, 27-15 Roseto al 10’.

Bologna ha meno centimetri, ma quello che fa la differenza, come sempre, è la sparakkjanza: altre quattro triple locali, più o meno dall’arrosticineria fuori dal palasport, ed è 25-42 al 15’. Roseto poi torna sul pianeta Terra, e ravanando un po’ di qua e un po’ di là i danni vengono limitati, senza grandi exploit ma un minimo, almeno dietro, di ordine. Si sopravvive, anche se qualche cosa lo si lascia per strada: 20’ sul 45-37 casalingo.

 

Senza brillare, ma raschiando il parquet per rendere meno facili i cesti locali, la Fortitudo sfrutta un po’ di caos collettivo per arrivare più vicino, in un bailamme di tecnici, tabelloni in tilt e punteggio a volte da prendere con carta e penna. Roseto si accontenta di tirare da lontanissimo, Bologna porta a casa vagonate di liberi, 66-63 Roseto al 30’.

Mandate a letto i bambini, perché la roba non è esattamente sopraffina tra una Roseto forsennata ma non più precisa e una Fortitudo ancora senza la giusta personalità. E allora servirebbe una difesa immune da colpe, che però quando si fa uccellare due volte dal figlio di Cinciarini (ah no, è sempre lui?) costringe a iniziare lo sprint con troppo ritardo. Mazzola non si arrende, Moore fa il -2, Donadoni non trema dalla lunetta, fine.

Liofilchem Roseto-Flats Service Fortitudo Bologna, halftime
Jallow: buon test per far vedere che squadra vogliamo essere