La Coppa Italia non salva la stagione nè della Virtus nè della Fortitudo, diceva nel 1998 Sasha Danilovic. Attualizzando la frase e sostituendo i biancoblu con Milano, è senz’altro vero, i traguardi realmente importanti per entrambe le squadre sono altri, scudetto e (per la Segafredo) qualificazione in Eurolega.
Però ovviamente vincere è meglio di perdere, e non è stato bello tirare fuori la peggior partita dell’anno in una partita senza domani, seguita da tutto il mondo del basket italiano e da parecchi tifosi bianconeri a Pesaro.
Intanto, Tortona ha fatto una prova eccezionale, e Ramondino si è confermato coach davvero bravo, come i tifosi bianconeri avevano già avuto modo di vedere nei playoff di A2 del 2017, quando allenava Casale. Poi, la Virtus ci ha messo parecchio del suo, sostanzialmente innervosendosi per vari tiri aperti non entrati e di fatto smettendo di giocare molto presto.

Di sicuro ci sono delle attenuanti, una particolare. Tra infortuni e positività, Scariolo ha avuto a disposizione il roster al completo solo negli ultimissimi giorni, e Teodosic ed Hervey sono ancora ben lontani dalla condizione ideale. Questo è innegabile, e certamente i prossimi 10 giorni di allenamenti - tranne che per i vari giocatori, nonchè coach Scariolo, che andranno via con le rispettive Nazionali - serviranno a far crescere la condizione fisica della squadra e a ri-cementare un gruppo che al completo di fatto non si è mai allenato.

E’ vero anche però che - qualsiasi fosse il roster che scendeva in campo - la Virtus di questa stagione ha mostrato alcuni scricchiolii e problemi che si sono ripetuti, e che ieri sono stati amplificati oltre misura dallo “schiaffone” tortonese.
Per prima cosa, la difesa non sempre è affidabile. Ben otto volte in stagione i bianconeri hanno subito almeno 90 punti, perdendo sei di queste partite. Inoltre, a volte l’atteggiamento dei giocatori in campo sembra svagato, come se si trattasse di un’amichevole prestagionale. Questo succede soprattutto quando l’attacco non gira. La Virtus ha un potenziale offensivo gigantesco, e spesso e volentieri attacca in maniera fantastica. A volte però “si piace” un po’ troppo - parole di Scariolo, ma anche di Djordjevic l’anno scorso, e molti protagonisti erano gli stessi - e dimentica di difendere, cosa che genera spesso parziali per gli avversari e diventa molto più evidente quando il tiro non entra. Di sicuro ci sono meno difensori sopra la media rispetto all'anno scorso (Markovic e Abass, ma anche Hunter e Gamble dietro si facevano sentire parecchio), ma sembra ormai evidente che il sistema bianconero parta dall’attacco, mentre quello di Milano - per fare un paragone con la rivale stagionale - parte dalla difesa.
Infine, ci sono due giocatori che stanno diventando un problema. Parliamo ovviamente di Sampson e Mannion. Entrambi hanno parecchie attenuanti - soprattutto il secondo per ovvi motivi - ma al momento danno alla squadra poco o nulla, anzi a volte come ieri sono anche dannosi, pur avendo stipendi decisamente importanti.

Questi, a oggi, sono tutti gli ingredienti. Al “cuoco” Sergio Scariolo il compito di tirare fuori il meglio possibile, e anche di capire se questo roster va bene così com’è, o necessita di correttivi per raggiungere gli obiettivi prefissati, che restano sempre i soliti: in primo luogo qualificazione per l’Eurolega, e poi scudetto. Al momento, e si è visto ieri, qualcosa sembra mancare per centrare questi obiettivi. Si torna in campo giovedì 3 marzo contro Bursaspor, e da lì in avanti si dovrà fare di meglio.

(foto Virtus Pallacanestro)
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