Ieri sera su Radio 1909, all’interno della trasmissione “Basket Case” sono stati ospiti i coach, rispettivamente di Udine e Verona, Matteo Boniciolli e Alessandro Ramagli. Hanno parlato di come hanno vissuto sulla panchina i derby di Basket City e cosa si aspettano da quello di domenica.

 

Coach Boniciolli

“Ne ho fatti diversi di derby, complessivamente 6. L'ultimo fu particolarmente bello, era il primo dopo tanto tempo. Il clima era ben superiore rispetto ad una gara partita di A2. La gara di andata fu una partita splendida, vinta al secondo supplementare. Misi in mano scientemente a Leonardo Candi, allora 20enne, uno dei due tiri che sbagliammo per vincere la partita, era giusto che un giovane bolognese avesse in mano il tiro della vittoria, penso abbia contribuito alla sua crescita. L'altro lo prese Montano, due bolognesi nei momenti decisivi del match. Fu poi vinta meritatamente dalla Virtus ma se l'avessimo vinta noi nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Noi poi vincemmo il derby di ritorno con una grande stoppata di Mancinelli all'ultimo. Ho ancora una foto di quel momento con la Fossa che si mette le mani nei capelli temendo che il tiro entrasse poi arrivò il Mancio con la stoppata che ci fece vincere il ritorno. Quell'anno finì con un pareggio, 1-1, due partite bellissime dal punto di vista tecnico, di temperamento delle due squadre e ovviamente ambientale, perché il derby di Bologna è una delle partite più belle d'Europa. Pur essendo in A2 le squadre lo onorarono tantissimo."

Su Ruzzier, protagonista dell’ultimo derby di coach Boniciolli: “Ruzzier ha vinto da playmaker titolare la coppa Italia con Cremona, è stato playmaker titolare a Varese e ha collezionato diverse presenze in Nazionale mettendo a tacere le voci sull'essere raccomandato. Era alla Fortitudo perché era un buon giocatore, se ne andò perché si stancò di questo clima e mi dispiacque. Il merito che con la società abbiamo avuto è stato il toglierlo dalla ruggine della panchina della stagione precedente. Michele è un ottimo giocatore, un playmaker che gioca come una volta, pensa prima agli altri che a sé stesso, mettendo la palla nelle mani degli altri. Sto notando che di partita in partita l'asse di passaggio con Belinelli sta migliorando molto. Per eccellere gli manca un po' di tiro da 3 punti ma la chiamata da parte di un grandissimo allenatore come Sergio Scariolo ad esercitare un ruolo difficile ha un grande valore. Ogni volta che viene chiamato ha sempre dato il suo contributo, anche da protagonista recentemente.”

Su Procida, Pajola e la situazione giovani in Italia: “Procida è un giovane apprendista, Pajola un giocatore conclamato, valorizzato inizialmente da Ramagli, mi parlava già, durante le nostre cene clandestine quando allenavamo entrambi a Bologna, di un fuoriclasse, di un ragazzo straordinario. Poi l'ultimo salto l'ha fatto con Djordjevic che gli ha ritagliato questo ruolo intermedio tra Markovic e Teodosic. Nella pallacanestro italiana quando finisci l'attività giovanile sei da solo, oltre oceano dai 18 ai 22 continui a giocare e crescere ed arrivi pronto a giocare con i professionisti. Oggi un allenatore in Italia rischia di mettere a repentaglio la propria carriera se fa giocare un giovane. Procida ha giocato da protagonista l'anno scorso ma Cantù è retrocessa, forse se avesse giocato un po' di meno e Cantù avesse investito su un veterano sarebbe ancora in A1. Il sistema ignora che uno a 18 anni sia pronto per giocare ma è impossibile sia così. La A2 potrebbe diventare una sorta di G-League più seria, una lega di sviluppo per far crescere i giovani.”

Sulla Fortitudo: “Il paradosso della Fortitudo da un punto di vista tecnico è stata la scelta di non rinnovare Martino. Al posto suo sono stati chiamati due allenatori dal grande curriculum come Sacchetti e Repesa ma che per motivi diversi hanno fatto non bene quanto Antimo. La situazione è molto difficile ma Antimo può riuscire a stravolgere una squadra in corsa e riuscire a salvarsi. A me è successo 3 anni fa a Pesaro, servono pazienza e nervi saldi. Noi ci salvammo all'ultima giornata in casa.”

Su Udine e il campionato di A2: “Alleno una bella squadra prima in classifica in A2 con la miglior difesa del campionato con un bel mix tra giovani, veterani e stranieri, di questo sono molto contento. Quando ho allenato la Fortitudo, in A2 c'erano squadre di grande nome, progrssivamente salite in A1 con merito. Ora un po' meno a livello di fascino ma va sottolineato come ci siano tantissime società, come Udine, in questo periodo post-covid che hanno allestito squadre importanti. È una grande segnale di vitalità. Da un punto di vista tecnico c'è meno atletismo ma si produce, tra le squadre più forti, un basket di sostanza. La nostra partita con Cantù è stata splendida che non ha nulla da invidiare alla Serie A.”

 

Coach Ramagli

“Il derby di Bologna è il vero derby, io sono stato fortunato a viverlo dall'interno, non c'è qualcosa di simile. C'è un coinvolgimento emozionale, di stress positivo e negativo che ti aggancia a metà settimana e ti molla la settimana dopo, chi non lo vive capirà difficilmente. Raccoglie le emozioni di una città e di un pubblico che vive di pallacanestro e lo ha sempre fatto. Ha pochi eguali in Europa.”

Sui derby vissuti in panchina: “Sono stati due anni indimenticabili a Bologna, è stato un grande onore allenare la Virtus, allenare in una città che non ha eguali in nessuna parte d'Italia e non solo. Il derby della Befana è stato un tuffo nella follia, è il più bel ricordo professionale. Fu, pur essendo in A2, un evento grandioso, tanta pubblicità dai media, giorni e giorni dove questa partita rimbalzava sulle TV, per ascolti penso sia stata una delle partite più viste di quell'annata. Un muro di gente, una gara che mancava da tanti anni, un derby rigenerante. Al ritorno perdemmo al Paladozza, l'attesa si era un po' stemperata ma rimase un bellissimo derby.”

Su Pajola e i giovani che lanciò tra le Vnere: “Fu un'annata che si fondò su tre giocatori giovani: Penna, Pajola e Oxilia ai quali io decisi di aggiungere Petrovic per avere un lungo in più. Non era semplice trovare spazio a tutti e da tutti avere una risposta positiva. Su Pajola non ho mai avuto dubbi che avrebbe fatto un grande percorso, lo vedevo dall'impatto che aveva sulle gare senza riempire per forza il foglio delle statistiche. Sta rispettando le tappe, non sono sorpreso della sua crescita. È un ragazzo disincantato, si diverte a giocare a pallacanestro vivendola come uno sportivo di alto livello.”

Su Aradori possibile protagonista di domenica: “Quando passo da Virtus a Fortitudo fui facile profeta, pensavo avrebbe trovato una collocazione migliore in termini di responsabilità ed infatti ha fatto bene. Ha visto tante trasformazioni attorno a lui in Fortitudo, ma lui è stato costante, ha un senso del canestro come pochi in Italia. Il suo ruolo è contestualizzato nel modo giusto. È chiaro che la squadra viene da un periodo complicatissimo, ci sono stati infortuni e cambiamenti ma lui è nella sua comfort zone e si diverte a giocare. Lui e Pajola sono due nomi che potrebbero essere protagonisti domenica.”

Sulle due squadre: “Le due squadre possono contendersi la palma di più sfortunate per quanto riguarda gli infortuni. La Virtus ne ha messi in fila uno dietro l'altro mettendo mano al roster, la Fortitudo ha vissuto un periodo del quale ha parlato proprio Aradori dicendo che si sono allenati in 4 durante la pausa Nazionali. Onestamente per come sono usciti dalla pausa, con tutte le complicanze del caso, stanno bene. Due squadre in "salute". La Virtus ha un roster indubbiamente più forte e profondo, i risultati dell'ultima stagione lo testimoniano. È facile dire che un derby non ha pronostici ma la verità è che credo che la Fortitudo abbia le capacità per rompere le scatole. Non mi aspetto una gara scontata come due anni fa. Weems e Feldeine potrebbero essere altri due protagonisti in grado di spostare gli equilibri. Vedremo quali saranno i possibili duelli della gara che saranno una chiave di lettura più importante della tattica. Mi auguro sia un derby bellissimo e Bologna faccia vedere la sua parte migliore ma non ho alcun dubbio”.

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92