(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Fortitudo Flats Service Bologna – Unieuro Forli 51-61

Possibile tripla del +16 che dopo poche battute del terzo quarto esce, e da lì la Fortitudo evapora in una finale di Coppa Italia nata sfortunata (fuori Aradori, sacrificato sull’altare del garbage time 24 ore fa) e proseguita anche peggio, quando un contatto tra Cinciarini e Freeman elimina dalla partita il lungo bolognese, andando di fatto a chiudere qualsiasi opzione offensiva per una Bologna che, negli ultimi 18’ di gara, ne mette solo 14. Ma è difficile addebitare il calo della ripresa alle problematiche di partite perse in modi simili: viste le condizioni di salute della Fortitudo, stavolta, è un peccato e non una colpa.

La cronaca

Si parte anche stavolta in largo ritardo rispetto alle 20.45 fissate, e difese miste da entrambe le parti per andare ad obnubilare menti e corpi stanche in entrambi gli schieramenti. Parte benino Bologna tra USA e Fantinelli, Forlì sta vicina e impatta sempre, mani reciprocamente antartiche (1/14 da 3 tra l’una e l’altra) e 15 pari al 10’.

Fantinelli deve essere riavvitato ogni volta che può appoggiarsi alla panchina, perché altrimenti di costruzione del gioco proprio non ce n’è. Però si regge eccome dietro, con Forlì che non la mette mai e poi mai (silenzio assoluto per 5’), arrivando ad un 21-15 al 16’ che la dice tutta sullo spumeggiar della tenzone. Bolpin mette la prima tripla di squadra dopo 12 precedenti sdeng, e nel poco muoversi del tabellone è tanta roba. Si fa 30-19, aggiornato dopo un po’ di canestri di qua e di là (incredibile) al 32-24 del 20’.

Freeman
Freeman (Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Ogden e un fin troppo esuberante Taflaj allargano, poi Fantinelli cicca il possibile +16 e da quel momento Forlì, senza esagerare ma con passettini piccoli piccoli, prova a rientrare. Rimane roba dove nessuna squadra ha talento o energia per trovare linee garantite, peggiorata dal fatto che la Effe perde Freeman dopo una sbracciata di Cinciarini che apre uno sbrago di difficile sutura sulla palpebra sinistra. A questo punto diventa davvero difficile trovare qualcuno da cui andare, ed è 45-42 al 30’.

Arriva il sorpasso, con Radonjic che non si adegua al ciapanò generale e con un tecnico a Caja che porta ai liberi Cinciarini, mentre per smuovere un po’ il punteggio serve andare spesso e volentieri dal post basso di Fantinelli. L’unica cosa da fare è cercare di non beccare canestro, dato che di là non c’è proprio margine di lucidità, e tutto sommato Forlì non infila certi gol vittoria, ma trova il minimo indispensabile per stare avanti. Però non abbassare la guardia non basta, quando davanti è già tanto prendere il ferro, e la tripla di Cinciarini, entrando nell’ultimo minuto della partita, chiude quel che era rimasto aperto di una partita bislacca.

 

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