Le parole di Matteo Boniciolli alla vigilia dell’esordio di campionato a Chieti (domenica ore 18).

Situazione squadra? “Male, dopo un eccellente prestagione ci mancano tre titolari su dieci, ed è grave per il tipo di gioco che vogliamo fare. Saranno sostituiti da ragazzi delle giovanili, e io speravo che la gestione dell’emergenza fosse terminata. Invece si riparte in condizioni anche peggiori, perché un americano lo sostituisci, tre come Ruzzier, Italiano e Mancinelli no. E’ un problema grave, ma non aveva senso rischiare Mancinelli per l’esordio. Lavorare bene, vedere il sistema migliorare, fare una buona Supercoppa e giocare bene in 8 contro Mantova ti fa pensare di essere a buon punto, ma in sette è molto complicato”

Che partita sarà? “Da parte di Chieti mi aspetto la stessa solidità dello scorso anno, buoni i confermati e buoni i nuovi americani. Il problema è che mentre di solito le cose si dovrebbero preparare, ora siamo nella condizione di dover inventare. I sette sono pronti, ma dovremo chiedere qualcosa anche ai ragazzi. Mi infastidisce sapere cosa succederà: in 8 la rotazione puoi anche farla, 7 siamo cortissimi. E cambiare tutto il sistema di gioco per una partita singola, sperando che almeno Mancinelli riprenda martedì per preparare la gara con Verona, non è facile. Improvviseremo, ma l’improvvisazione sfugge ad ogni tipo di controllo”

Gara impossibile? “L’impossibile non esiste, ma per come difendiamo noi, per la gestione dei falli, con i nostri due lunghi, tutto è un punto interrogativo. Credo nella serietà della squadra, so di avere a disposizione persone serie. Ribadisco: in otto vuol dire avere tre giocatori che escono dalla panchina, ora ce ne sono solo due, dato che ai ragazzini posso chiedere solo pochi minuti. Mi disturba, avevamo lavorato in maniera eccellente, ma le rotazioni si accorciano davvero tanto. Abbiamo iniziato con Ruzzier di cui temevamo una rottura della tibia, ma ora i tempi di recupero sono comunque poco sicuri. Italiano si è fatto male a Caserta, Mancinelli ha sentito dolore dopo una corsa in linea. Lavorare perennemente in emergenza mi sta stufando, vorrei competere ad armi pari con i miei colleghi. Va bene il cuore e tutto il resto, ma se uno prepara una macchina da Formula Uno e alla partenza mancano le gomme e c’è poca benzina… Se poi devo chiedere ai giocatori di fare cose diverse da quelle che dovrebbero fare, significa alterare il nostro sistema. Siamo senza una ruota, poca benzina, volante che non funziona, a 24 ore dalla gara, contro una macchina che magari ha diversa cilindrata, ma con tutte le ruote e benzina piena.”

Roberts come va? “Settimana buonissima. Io sono stato straniero, ho fatto lo straniero in Belgio e ad Astana, non è semplice, specie se arrivi in una realtà dove si lavora duramente e dove le aspettative sugli stranieri sono non da salvatore della patria, ma in un contesto dove se sbagli esci come gli italiani. Lui ha fatto bene in Supercoppa e le prestazioni aiutano, non so se in carriera lui abbia vinto qualcosa e ora abbiamo nello spogliatoio una foto del nostro capitano che alza un trofeo. Però sono tutte cose che migliorano l’inserimento: lui è una bravissima persona, gli piace giocare a pallacanestro, e se troviamo una frequenza comune di comunicazione va bene. Io non sono mai stato contro un mio giocatore, se Chris continua a giocare così siamo contenti. Anche Knox è un’altra persona rispetto all’inizio, prima guardava e valutava, ora si è aperto. Ci vuole tempo, quest’anno ne abbiamo meno rispetto al precedente, ma sono certo di avere una buona coppia di americani. E stare bene nello spogliatoio porta poi ad avere voglia di uno scivolamento o di un passaggio in più”

Servirà un salto di qualità da parte di Candi? “Il suo comportamento in Supercoppa è stato buono, anche quando nella finale ha commesso qualche errore in più. Tutti stiamo combattendo per alzare il livello delle nostre prestazioni, è più un fatto mentale che non tecnico perché essere esigenti con se stessi non è facile. Sulla qualità del lavoro non si discute, qui ormai i veterani sono capaci di sopportare carichi di lavoro non banali, ora si tratta di continuare a convertire la qualità di questo lavoro in una partita vera. Ci saranno momenti di calo, Candi deve esigere da se stesso il rendimento di un giocatore importante. Non lo si deve continuare a considerare un giovane, ma solo ed esclusivamente come un giocatore. A 20 anni Danilovic e Djordjevic vincevano l’Eurolega, e anche noi dobbiamo avere da lui come da Campogrande aspettative da adulti, con quello che ne consegue”

Però per un allenatore è un rischio. “Non penso. Noi ci reputiamo favoriti, non scarichiamo responsabilità: abbiamo rinforzato la squadra che l’anno scorso ha fatto la finale, poi magari non andremo in A1 vista anche la formula, ma abbiamo tutti gli strumenti per andarci. La sfida è provarci anche con ragazzi del ’96 o del ’97. Obradovic ha vinto l’Eurolega con i giovani Danilovic e Djordjevic, io posso provare a vincere la A2 con Candi e Campogrande. Poi non mi gioco niente, ho un triennale, ma la linea della società è provare a fare bene con giovani affiancati da veterani, e io non mi sento in difetto perché è stata una scelta condivisa. Se non credessi a questi giocatori non sarei qua”

Solo in Italia si è giovani fino a 30 anni. “E’ il motivo per cui siamo messi in questo modo. Ci sono molti giocatori di qualità dispersi e che gli allenatori non fanno giocare. Ma se gli allenatori stessi convincessero le società che si può provare… Questo non è un paese per giovani, lo sappiamo, ma non solo nello sport. E spesso è più semplice pararsi il culo, e dare le colpe in caso di sconfitte, agli americani e ai veterani. Io sono stato assistente della Nazionale che ha vinto gli Europei a Parigi, e quella squadra era frutto di tanto lavoro delle società. So che troppi si interessano solo a salvarsi e risparmiare, vediamo tanti palasport in cui giochiamo, e a nessuno interessa il futuro: per fortuna in questa società si investe, invece, su questo futuro. Ora abbiamo investito su Costanzelli, che l'anno scorso giocava a Ferrara. La sua crescita sarà più importante che non andare in A1”

Il video della conferenza, grazie a Sportpress


(Photo by Fabio Pozzati / Iguana Press / Fortitudo Kontatto Bologna)

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