Daniele Cinciarini è stato intervistato da Piero Guerrini su Tuttosport.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sto recuperando bene, ma ho ancora lavoro da fare. Ho perso un po' di condizione. Devo entrare in partita senza strappi. E' una questione di mentalità. Per quanto riguarda Treviso, è una partita speciale, tra le due squadre che per storia societaria, seguito dovrebbero essere al piano di sopra Hanno un'altra importanza. La partita darà dunque indicazioni, ma è presto per stabilire delle gerarchie nella lotta promozione.
Cosa è cambiato con Martino? Al di là della guida tecnica, ci sono gerarchie più chiare, si gioca molto meglio di squadra più attenzione al tatticismo, più letture per noi. Ma il vero punto fondamentale è che lo scorso anno eravamo tanti, davvero tanti. E se non giochi le coppe può diventare un problema. Invece con questo numero di giocatori tutti hanno l'opportunità di giocare, avvertono l'importanza del proprio ruolo.
Con le tre promozioni c'è la sensazione di "ora o mai più"? Noi cercheremo di salire con ogni goccia di energia. Ne abbiamo parlato anche tra noi, cercheremo di fare al meglio il nostro compito. La squadra è forte e completa, le motivazioni anche. Le premesse ci sono tutte, ma c'erano anche la stagione scorsa Una volta che hai un'ottima mentalità le cose che bisognerebbe fare diventano più facili. Confido possa accadere.
Cosa ha cambiato Martino? Facciamo tantissimo contropiede, abbiamo lunghi non pesanti, con l'esperienza sappiamo distinguere le situazioni. Peraltro il gioco in velocità coinvolge il pubblico. Io mi sono trovato molto bene con Boniciolli e poi con Pozzecco, Martino forse sta a metà tra i due. E' molto preparato, sa che è un'opportunità anche per lui, prepara le partite come se fossimo già in A, scrupolosissimo. Abbiamo alternato difese a zona e individuali in modo appropriato. La scelta di punta su Leunen da centro poteva sembrare un azzardo invece è l'ideale se hai Mancinelli in post basso. Ribadisco, coinvolge tutti.
La scelta di scendere in A2? Sono sceso per due motivi: il senso della sfida è il primo. Poi mi ha chiamato la Fortitudo. Qui ho giocato un sacco di volte ed ero certo che questa squadra abbia il tifo più caldo d'Italia. Insomma è fantastico giocare, per un italiano è ancora meglio. Sono sceso per riportare la Fortitudo in A, nel posto che le spetta. Come spetta a Treviso e non me ne vogliano le altre. Restare qui? Si vive benissimo, della Fortitudo ho detto, in caso di promozione sarei onoratissimo.

( Foto Fabio Pozzati / ebasket.it )

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