Flats Service Fortitudo Bologna - Valtur Brindisi, il dopopartita

Alla fine il non strappiamoci i capelli di Caja alla domanda su Moore è stata motivo di discussione: non sta poi così male come è parso? Siamo così tanto abituati all'infermeria che ormai non ci facciamo nemmeno caso? Tanto di capelli ne ho così pochi - parlando per il coach - che non è un problema? Sarà, ma la caviglia gonfia dell'esterno ha chiuso con l'amaro una partita vinta, in precedenza, con solidità mentale e fisica di primissimo piano, contro una Brindisi poco convinta ma non per questo fiacca. Il break a metà primo tempo, poi una navigazione che non è mai diventata da infradito ma nemmeno da pacemaker. Portando alla quarta vittoria consecutiva e facendo capire che questa squadra si sbatte e si fa amare. Infermeria a parte.
La Fortitudo aspetta quindi lastre e via discorrendo, sapendo che non c'è tempo per rifiatare che è già tempo di pensare all'infrasettimanale di Mestre. Intanto ci si goda il 21-8 a rimbalzo nel secondo tempo, il collettivo che ha portato a 5 in doppia cifra in una gara dove non si è segnato con il paniere, e la capacità di stare in partita malgrado l'incapacità (di tutti, brindisini compresi) di capire il metro arbitrale. E' una bella squadra, si potrebbe dire.
Innamoratissimo - Tutto il gruppo ha dato davvero tanto, slalomeggiando tra quintetti obbligati da problemi di falli continui. Un clap in più per Della Rosa, fondamentale nel break, e per il finale di Moore. Ma tutti sono andati benerrimo. Ah, pure l'attimo in cui nel prepartita nel Paladozza è risuonata Blue monday dei New Order. Allora c'è un po' di speranza, ancora.
In preda ad uno spasimo - Quando nel prepartita si legge la terna arbitrale e si sa già che sarà una partita fischiettamente difficile, c'è un problema. Evidentemente le gerarchie zifolanti non badano al concreto, ma ieri se ne sono viste di cotte e di crude, soprattutto sull'indecisione nel dover prendere qualsiasi decisione. Non è la prima volta, con i nomi di ieri.