Daniel Hackett è stato ospite di “Black and White” su Nettuno Bologna Uno. Alcune dichiarazioni.

Mi pare di aver giocato già metà stagione da tutte le partite che abbiamo fatto tra pre-campionato, Supercoppa, Serie A ed EuroLeague. Devo dire che ci stiamo aggiustando. La squadra è nuova e quindi bisogna avere un po’ di pazienza. C’è la volontà di mettersi sulla giusta strada, vedo che tutti lavorano sodo in palestra. Magari le cose non sono subito lineari e brillanti, ma ho fiducia che Dusko ci farà trovare la giusta chimica. La squadra è quasi totalmente rinnovata. Oltre a questo abbiamo riabbracciato i ragazzi della Nazionale anche abbastanza tardi. Abbiamo provato a preparare il tutto quindi in fretta e furia. Il pacchetto dei nuovi è molto giovane ma interessante. C’è anche qualche giocatore che ha buona esperienza d’Eurolega come Edwards o Vildoza, invece altri alla prima esperienza a questo livello. Ho trovato un gruppo disponibile e aperto, ma soprattutto dei ragazzi che hanno la mentalità e la voglia di migliorarsi. Ora sta a noi compattarci e trovare l’amalgama”. 

Niang. “Non lo conoscevo personalmente, ma ho trovato un ragazzo d’oro. È estremamente umile e di grande disponibilità. Si vede che è stato forgiato molto bene a Trento perché ha una grande dedizione al lavoro. Fisicamente non ha bisogno di descrizioni, è di un altro livello da questo punto di vista. Il passo che deve fare è quello di migliore alcune letture e capire i ritmi sia a livello di Eurolega che a livello di Serie A. Non è più la sorpresa o il ragazzo che gioca a mente libera, ma ha tutte le attenzioni addosso. È ancora molto giovane e sta anche a lui maturare”. 

Edwards. “Carsen è un ragazzo che ha una licenza particolare. Quando è in serata o quando si accende è molto bello da vedere e difficile da fermare. Sanno tutti chi è e che tipo di giocatore è. Sta a noi facilitare il suo gioco e metterlo nelle condizioni di giocare senza troppe pressioni difensive addosso. Non possiamo permetterci che lui si faccia carico di tutto l’attacco. Tra l’altro farlo per tante partite è impossibile. È un ottima persona, arriva prima di tutti agli allenamenti e fare lunghe sessioni di tiro, addirittura due ore e mezzo prima delle partite. Ha una grande mentalità, sa cosa deve fare in campo e ha un carisma molto importante. Averlo in squadra dà molta sicurezza”. 

Essere il giocatore più esperto della squadra. “Per me è una novità. È la mia prima volta in carriera in cui sono il più anziano in spogliatoio, è qualcosa di nuovo. La cosa che sicuramente mi fa molto piacere è che da quest’anno Pajola diventa capitano. È fantastico per lui che ha fatto gavetta, arriva dal settore giovanile e ha tutte le qualità per farlo sia umano che tecniche.
Io sono e sarò al suo fianco. Cercherò di aiutarlo e far si che il gruppo remi nella stessa direzione. Ci sono altri ragazzi ancora giovani ma che c’erano qui anche l’anno scorso. Tutti quindi devono essere i leader di se stessi perché la stagione è lunga e logorante. Abbiamo bisogno che tutti siano nelle condizioni migliori per performare”. 

Che Virtus ci si deve aspettare. “Onestamente spero che non vediamo più una Virtus che regala 20 palloni a partita (ride ndr). L’andazzo delle ultime due, non è stato eccellente da questo punto di vista. Stiamo quindi cercando di aggiustare questo aspetto. Sicuramente vogliamo una squadra che gioca in velocità in grado di leggere le difese senza perdere troppi palloni. Non abbiamo la stazza o il peso che hanno altri competitor in Eurolega, ma abbiamo duttilità a sufficienza per adattarci. Dobbiamo lottare, non sarà semplice. In Eurolega le squadre hanno roster profondi ed esperti”. 

Torna "Basketcity" su Radiabo
Edwards: non cerco necessariamente di essere un leader. Non penso ai record, ma ad aiutare la squadra a vincere