Vincenzo Esposito, nuovo coach di Brescia, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Il legame con la Fortitudo. E' una società per cui ho fatto tanto e da cui ho ricevuto altrettanto. Oggi sono ancora molto legato alla Effe, nonostante la società sia completamente diversa da quando c'ero io.
Da ex fortitudino sono solo contento del ritorno in Serie A della Effe dopo dieci anni. Come allenatore non la affronterò per la prima volta: era già accaduto in A Dilettanti quando ero alla guida di Trento.

Che Fortitudo sarà? E' molto presto per dirlo. Bisognerebbe conoscere nel dettaglio le possibilità economiche e organizzative del club.

Sassari, da cui si è dimesso, ha sfiorato lo scudetto. Quando ho deciso di lasciare la squadra durante la stagione ho fatto una scelta che andava completamente al di là dell'aspetto tecnico. E' stata una decisione per motivi personali e familiari. Non ho alcun rimpianto, né gioia, né delusione. Solo tanta tranquillità. Ormai ho cinquant'anni, sono in questo business da trenta e ho imparato ad andare avanti per la mia strada. Ho guardato le finali tra Venezia e Sassari mentre ero concentrato sul mercato di Brescia. A Sassari avevo ancora due anni di contratto. Ho lasciato la squadra che era settima in classifica e nelle prime sedici di Europa, a due giorni dalla Coppa Italia. Prima di andarmene ho mangiato con il presidente Sardara, con cui sono rimasto in buoni rapporti. Sassari è il passato. Non ho i social e non discuto con le persone. Sono fatto così. Sono molto sereno». Cosa pensa del lavorodi Pozzecco? «E' stato bravo, è arrivato in finale. Complimenti e in bocca al lupo per il futuro. Non vivo di rimorsi o di invidie.

Abass resterà a Brescia? Ha un'uscita per l'Eurolega. Se arriva Milano, ne parliamo. Al momento il ragazzo ha dimostrato di voler restare

(Foto di Fabio Pozzati)

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