Gianni Petrucci è stato sentito dalla Gazzetta. Un estratto dell'intervista.

"Mesi fa sulla Gazzetta dissi che la pandemia avrebbe cambiato la geografia non solo del basket ma dello sport. Ci siamo. Sono anni che si auspicavano norme non più rigide ma rispondenti a un campionato dove se parti sai pure che devi terminarlo. Norme fatte nella piena autonomia della Comtec con la conoscenza dei presidenti di Lega. È una concausa: come si poteva pensare che nessun club di basket sarebbe stato coinvolto nella crisi?
Quante squadre nella prossima A? Non lo so, mi affido al presidente di Lega Gandini che ci dirà il format da valutare in Consiglio Federale.
Torino già in A una imprudenza? Non credo. Ci sono stati dei presupposti per agire così. E poiché non ho sentito pareri contrastanti degli altri club vuol dire che è stato fatto tutto secondo giusti criteri. Ma poi quello che conta non è essere tutti d'accordo, ma avere la maggioranza. E decidere.
Ora punto a portare Genova in A, vediamo se riesco a convincere Beniamino Gavio, imprenditore di successo che ha Tortona in A­2.
E' la fine del diritto sportivo? Non esiste un pensiero unico ma un pensiero che si adatta alle circostanze. Nel calcio il lodo che porta il mio nome fu fatto per evitare di trovarsi senza sport inquelle città che d'incanto si erano ritrovate con problemi. Sto pensando a qualche idea del genere nel basket, lo dirò nel consiglio federale di venerdì prossimo. Sarà qualcosa che possa creare interesse e faccia entrare grandi imprenditori nel basket.
Riaprire a porte chiuse? Spero di no. Se aprono teatri e cinema dal 15 giugno..."

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92