(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Flats Service Bologna – Riviera Banca Rimini 84-77

 

Iniziata tranquilla, fin troppo, di colpo diventata sbilenca in un passaggio a vuoto a metà secondo tempo, e rimessa a posto in un amen, nuovamente, quando il quintetto torna in campo a chiudere quello che altri – senza particolari accuse da muovere se non quelle di non essere come i titolari – stavano complicando. E’ la storia della Fortitudo di questo momento, che arranca senza avere la lucidità dei primi tempi, ma che comunque la porta a casa. E tutto fa brodo, davvero tutto.

 

La cronaca

Si parte con difese miste che faticano a prendere le misure soprattutto a Marks, ma anche attacco dove segnano subito tutti dopo 4’ e, quindi toppa messa laddove ci poteva essere un iniziale buco. Poi, aggiustato dietro senza perdere il filo davanti anche con i primi cambi arriva il break di 15-2 che spinge e non poco la partita verso il capoluogo: doppio canestro più fallo per Panni e Conti, Fortitudo corre, Rimini fatica, 28-17 al 10’.

 

Ricordati i morti del Salvemini dalla Fossa a 33 anni da quel che nessuno può dimenticare, Marks continua a vedere il canestro grande come un aeroporto e riavvicina i suoi, con la Fortitudo che non può distrarsi che è un attimo e tutto torna quasi in parità. Servono due gol da impiccato per Fantinelli e si rifiata (42-34 al 16’), in una partita che scorre liscia e piacevole, soprattutto per chi apprezza più gli attacchi che le difese. Bologna ha più frecce, specie in area, 50-45 al 20’.

Morgillo
Morgillo - Foto Mauro Donati

Si spreca qualcosa nel cercare servizi interni ad un Freeman però ben recintato, e allora meglio trovar fortune in transizioni e appoggi al solito Ogden. Non si può stare tranquilli, perché le percentuali calano da entrambe le parti, Rimini resta a galla, arriva un tecnico ad Aradori ma si resta sempre con almeno due possessi di vantaggio. Meno fluidità, qualche padella, ci fossero anche i materassi sarebbe roba per Mastrota, 65-61 al 30’.

 

Stavolta Caja cerca minutaggi anche dai panchinari, che non hanno però colpe specifiche se, nel loro passaggio in campo, Rimini torna a -1 pur con un Marks senza più mira. Si torna con i big, proprio quando di punto in bianco ci ritrova sotto (69-73 a – 5’). Sprecano tutti, e sollievo quando Rimini, dopo trecento possessi sbagliati in un unico contropiede, si fa scippare da Ogden che scappa in contropiede e schiaccia. Cambia l’inerzia, Rimini si affloscia, la si chiude senza altre sofferenze.

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