(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Pietro Aradori è stato sentito da Luca Bortolotti per Repubblica. Un estratto dell'intervista.

"Bologna è davvero speciale. Lo respiri passeggiando tra le zone dei fortitudini come qui in San Felice e quelle dei virtussini come via Murri, per dirne una. Quando arrivai mi dissero che il tifoso Vu era il bolognese con la puzza sotto al naso, quello Effe il maraglio, ora s’è un po’ tutto mescolato, non c’è una divisione così evidente. Io comunque il centro lo vivo, il caffè da Zanarini, i pranzi al Diana visto che abito a due passi. Bologna è la città in cui ho vissuto più a lungo, già prima dei due anni in Virtus perché in quinta superiore giocavo a Imola e mi diplomai qui allo scientifico.

La Fortitudo? La sento come un posto unico nella testa e nel cuore, mi rispecchio molto nell’ambiente per come vive il basket. Ma non posso dirmelo da solo se sono o no una bandiera, sta ai tifosi farlo, se credono. Di sicuro non penso a smettere e mi piacerebbe rimanere ancora tanto, fisicamente sto meglio ora di 4-5 anni fa e a chiudere la carriera non ci penso, pur avendo già idee per il futuro.

Le critiche? Quello che scrivono sui social per me vale zero, non ci perdo tempo. So che a volte son stato visto come il colpevole di tutto, ma questo è uno sport di squadra, le cose vanno diversamente. Tutto è amplificato dai risultati, ma sono responsabile di come gioco io, non degli altri.

Gli allenatori? Ne ho avuti tanti e mi sono sempre adattato io, ma deve valere pure il contrario. Poi un conto è far la squadra in estate o entrare in corsa, come Caja quando lo conobbi la prima volta a 18 anni a Milano.
Arrivato dimezzò il roster, ma nonostante io non fossi nessuno mi volle tenere. Standomi addosso, con ruolo diverso, ma mi è subito piaciuto il suo gioco e l’essere uno che ti dice in faccia quel che pensa. A parte lui, mi sono trovato bene con Messina, con Bechi con cui sono esploso in A a Biella, con Trinchieri a Cantù. Ma non c’è mai un allenatore che ti piace in tutto e mai uno davvero imbarazzante. Beh, un paio di imbarazzanti ne ho avuti, ma non vi dico chi.

La serie A? Ci sono squadre più attrezzate e col chiaro obiettivo di salire, noi vogliamo continuare a vincere e non ci tiriamo indietro. La pressione ora l’hanno le altre"

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