(Foto Andrea Costa Imola)
(Foto Andrea Costa Imola)

Mattia Pavani - che domenica è tornato in campo dopo otto mesi dall'operazione per un tumore al testicolo (con la maglia di Ozzano in serie C) - è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.  
Un estratto delle sue parole.

Quando mi hanno diagnosticato un seminoma, un tumore a un testicolo, ho subito pensato che ce l'avrei fatta, che sarei guarito. Mi sono sottoposto a un intervento chirurgico e ho affrontato tre cicli di chemioterapia. Al primo ero carichissimo, al secondo la fatica ha cominciato a farsi sentire, ma prima del terzo ho vissuto il momento più difficile. Gli effetti collaterali erano importanti, avevo nausea e vomitavo spesso, ero stanchissimo: lì i miei genitori Christian e Debora e la mia ragazza Rebecca sono stati fantastici, mi hanno trasmesso tanta forza. 
Mi scrisse Achille Polonara, parole bellissime. Avremmo voluto incontrarci, poi gli diagnosticarono la leucemia e non ci fu l'occasione.

A settembre sono stato dichiarato completamente guarito dal tumore, una gioia immensa. In quel momento è iniziata la mia ripresa. Mi sono riappropriato, giorno dopo giorno, della mia quotidianità. Ho anche ricominciato ad allenarmi, prima individualmente con Davide Lamma, che è stato fantastico nell'essermi accanto in questo percorso, e poi con l'Under 19 della Fortitudo grazie a Bebo Breveglieri, perché anche durante la malattia non ho perso di vista il basket, anzi: mi faceva arrabbiare il fatto che stessi “perdendo tempo” nella mia crescita come giocatore. Tornare a giocare dopo tanto tempo è stato incredibile. Anche se abbiamo perso, ho ripreso confidenza con il canestro e soprattutto mi sono divertito. Oggi voglio dire a tutti i ragazzi quanto sia importante fare prevenzione e voglio riprendermi la mia vita di prima, anche nel basket: se riuscirò a tornare nella categoria in cui giocavo, o addirittura ad arrivare più in alto, sarà ancora più bello.

 

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