Cittadini: Moore ha un bel talento. Le scelte Fortitudo coerenti con la filosofia di Caja

Alessandro Cittadini, ex pivot Fortitudo e compagno di squadra di Lee Moore a Brescia, ha parlato del nuovo acquisto biancoblu sulle pagine di Stadio, sentito da Damiano Montanari. Un estratto dell'intervista.

Lee era al suo primo anno in Italia, per lui non fu facile inserirsi in una squadra imbottita di senatori, ma nonostante questo riuscì a imporsi e a mostrare il suo valore. Ricordo che Moss lo prese sotto la sua ala protettiva e giorno dopo giorno emerse il talento di Moore, un esterno piccolo e veloce, con un bel talento».
Sul piano personale? Un ragazzo tranquillissimo, riservato, senza eccessi. Io e lui giocammo insieme per alcuni mesi nel 2016, poi io mi trasferii a Trieste. Per Brescia, Moore fu una scommessa vinta: non solo concluse la stagione alla Leonessa, ma disputò con loro anche la stagione successiva. Il fatto poi, che dopo qualche anno, sia tornato come straniero a Brescia significa che Lee fosse un bel giocatore, con un bel talento nella fase offensiva.

Come valuta il mercato della Fortitudo?
«Come prima cosa, la conferma di coach Attilio Caja è stata importante. Ha la capacità di fare esprimere alle sue squadre un'ottima pallacanestro, lavora tanto e vuole giocatori che lavorino tanto. Ha costruito la nuova Fortitudo a sua immagine e somiglianza. Per il tipo di allenatore che è e per il tipo di pallacanestro che trasmette alla squadra è più facile che ottenga ottimi risultati con i gruppi da lui stesso costruiti, più che subentrando in corsa durante il campionato.

L'uscita di Aradori? Le scelte fatte sono coerenti con la pallacanestro di coach Caja. Aradori non è più un ragazzino e allenarsi ogni giorno con i carichi di lavoro di Attilio non è semplice. Pietro era un giocatore di punta, la sua uscita sancirà un cambiamento importante per la Fortitudo.
La Fortitudo avrà una impronta più difensiva. E non dimentichiamo che Lee Moore è un grande attaccante.