Chissà se qualcuno ha spiegato a Tiziano Ferro perché, negli ultimi giorni, a Bologna il suo nome è stato collegato con la pallacanestro. E chissà se poi a Tiziano Ferro la pallacanestro piace, in fin dei conti. Di certo, almeno in Fortitudo, prima di cercare la convivenza tra la Raffaella che canta e tutto il resto, ad oggi il problema è di accenti. Quindi, non è il singolo d’esordio Perdòno, ma il fatto che questi, a Trieste, pèrdono. Brutta, brutta partita, che ha dimostrato una cosa emblematica: i giuliani sono lunghi come la Fortitudo, possono pressare come fa di solito in casa la Fortitudo (citofonare tiri liberi: 37 Bologna 26 Trieste), e se poi ne mettono 32 in un quarto, tutto il resto è noia, anche se Califano – pace all’anima sua – difficilmente potrà far concerti anti-derby allo Stadio.

0-2 nella serie, come fin qui era capitato solo con Brescia, in attesa di rimandare la serie al Paladozza e vedere cosa capiterà: scorso anno si aggiustarono le cose, anche se poi gara 5 fu solo una altrui passerella, ma intanto qui c’è da recuperare un sacco di cose, mentalmente parlando. Perché una squadra con le ruote così sgonfie non ce lo si aspettava, pur ricordando che se Trieste in casa ne ha vinte ventuno di fila un motivo ci sarà. Quale? Che questa Trieste, come detto, ricorda tantissimo la migliore Fortitudo, anche per presenze di pubblico e per entusiasmo. E, forse, proprio questo è qualcosa che Bologna non sa come affrontare, almeno in trasferta. Ora come detto si ritorna dalle nostre parti: servirà capire cosa è mancato, servirà vincere, e servirà rimettere le teste a posto. Perché va bene perdere, ma non trovandosi 7-25 dopo otto minuti. Non è accettabile, tutto qua.

Altre cose? Singoli che non hanno funzionato, a parte la voglia di Campogrande e qualche altro gregario sparso. Paradossalmente, se in gara uno erano mancate le seconde linee, ieri sono mancati in primis i titolari: niente Mancinelli, niente Legion, niente Ruzzier, per intenderci. E gli altri, se vogliamo, sono sbocciati solo troppo tardi, con buoi scappati. Però, come abbiamo sempre detto, i playoff sono i playoff: si resetta e si riparte, anche se da 0-2 è un pochino complicato. E una domanda: dovendo ritrovare grinta più che talento, provare a riprovare Raucci, ormai diventato solo sventola asciugamani?


Shine on you crazy diamond - Poca roba, il citato Campogrande e niente altro.

Another brick in the wall - Per una volta, qui andrebbero messi tutti, davvero.


(foto Pallacanestro Trieste 2004)

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