(foto Virtus Pallacanestro)
(foto Virtus Pallacanestro)

Marco Belinelli è stato sentito da Roberto De Ponti per il Corriere della Sera. Un estratto dell'intervista.

Ho ascoltato il mio fisico. L'ultimo è stato un anno particolare: siamo partiti con Banchi, poi è arrivato Ivanovic. Avevo dolori all'anca, alle ginocchia. Ho stretto i denti per arrivare allo scudetto. Vincerlo forse ha un po' influenzato la mia decisione, ma è da tempo che mia moglie e il mio staff sapevano che poteva essere l'ultimo anno. Le mie figlie mi hanno cambiato la vita. E la grande, quando partivo per le trasferte, cominciava a dirmi: "Papà, vai via?". Un buon motivo per fermarmi.

La parola sacrificio è la più importante. Io so quanto ho sudato per conquistarmi 13 anni in Nba. È facile ricordare i momenti belli, oggi tutti parlano di quello che ho vinto. Io ricordo le critiche che mi hanno motivato a fare sempre meglio.

I flash? Ovviamente il titolo Nba, con l'orgoglio di tenere sulle spalle la bandiera italiana. O la vittoria nella gara del tiro da 3 punti, che magari vale quello che vale ma poi guardi l'albo d'oro, leggi i nomi di Bird, Stojakovic, Nowitzki, Curry e dici "ehi, ci sono anch'io". O la prima volta che sono entrato negli spogliatoi dei Bulls, lì si sedeva Michael Jordan. Il draft: una gran confusione, quando mi chiamarono i Golden State Warriors io e Martina nemmeno sapevamo dove fosse. Gli incontri con Obama, con il Papa. Quando affrontai Kobe e gli rubai il pallone. E la mia foto da bambino con la maglia della Vis Persiceto.

Una partita d'addio? Non tocca a me organizzare nulla. Però ammetto che quando durante Olimpia-Real ho visto la cerimonia del ritiro della maglia del Chacho mi sono emozionato.

Un ruolo da dirigente in Virtus?  L'hanno scritto i giornali. Ci sentiremo e decideremo insieme. A oggi però penso solo a fare il marito e il papà.

Cosa vedo davanti a me? Una vita con mia moglie e con le mie fantastiche bimbe e tante ore passate in palestra, nelle arene e sugli aerei da poter finalmente dedicare a loro. Domani mi sveglierò abbracciato a loro, faremo colazione insieme, andremo in spiaggia e giocherò con loro.

 

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