Flats Service Fortitudo Bologna - Tezenis Verona, il dopopartita

Lo avevamo scritto qualche giorno fa, che se vuoi vincere facendo 58 devi fare come la Virtus che ne concesse 44 all'Aek. Alla fine la Fortitudo ha fatto una roba simile, segnandone perfino meno di Cremona ma beccandone pochi, pochissimi, contro una Verona ottima partner nel più clamoroso ciapanò nella storia del basket contemporaneo. Largo alla storia: se ne presero 45 nei playoff contro Casale nel 2018, mentre se di campionato vogliamo parlare allora si torna nel Permiano, quando se ne concessero 31 a Sanremo, 61 anni fa, ai tempi del Ferm. Per una vittoria a così basso punteggio, ne bastarono 54 per battere Treviso, sempre nei playoff, nel 2016.
Ok, se ne vedono di più nella UISP e via discorrendo, ma intanto quello che si doveva fare era vincere, e va bene che Verona era senza Johnson (terza avversaria consecutiva che arriva al Paladozza senza uno straniero), ma di qua ne mancavano tre più Benvenuti e si è ruotato in sette. Soffrendo tanto a rimbalzo, perchè non è che Sorokas e Guaiana possano fare salti sopra giocatori più alti e robusti, ma difendendo sulle palle vaganti come non si vedeva da un po'. Poi succede che in partite come queste i pagellari tendano un po' troppo a punire gli errori in attacco che non a premiare il lavoro difensivo, ma si sa come vanno le cose: il bel canestro lo apprezzi subito, la bella difesa la riconosci dopo, anche dopo la pubblicazione. Ad ogni modo, Verona era tra le prime in classifica (anche se giocandone 4 su 6 in casa), e oggi toccherà a Pesaro, dopo il ko interno di Brindisi, a provare la fuga solitaria. Tanto tra poche ore si torna in campo con Torino, no?
Innamoratissimo - Un clinic difensivo, quello di Guaiana. Sbattuto tra blocchi contro gente grossa il doppio di lui, prendendo sberle ad ogni azione, ma uscendono con difesa, spizzichi di palloni, grinta eccetera. Se poi ogni tanto volesse anche cercare di guardare il canestro, avremmo un giocatore molto interessante. Non per caso viene dai camp di Salvatore Genovese (10 a prescindere). Poi Fantinelli, che non trovando accanto a sè mani fortunate è costretto ad andare in proprio. Quasi snaturandosi, ma d'altronde è quello che viene questo ai capitani.
In preda ad uno spasimo - Si deve ancora capire cosa sia Della Rosa, che salva con una tripla e un recupero robe, in precedenza, da mani nei capelli, sia propri che del vicino di banco. Poi c'è Moore, che dovrebbe battere l'uomo e non far scadere i 24" per mancanza di idee. Giornata storta, almeno davanti.