Old Star Game, Sconochini, “Ravaglia e Il Prof Grandi sempre nel cuore”
“Chicco e il professor Grandi sono i ricordi più belli degli anni in Virtus. Messina era duro e quella volta dopo la vittoria in Eurolega...”


Ha la voce calda e gli occhi che si illuminano, Hugo Sconochini. Rientrare al PalaDozza, dopo tanti anni, sarà un'emozione. Giovedì 6 aprile alle 20,30, per l'Old Star Game, ci sarà anche lui. Chiaramente con la maglia della Virtus Old Star.
L'esperienza in bianconero – dal 1997 al 2001 –, in cui arrivarono due scudetti (1997-98 e 2000-01), una Coppa Italia (1999) e due Eurolega (1997-98 e 2000-01), racconta ancora di momenti indelebili e di incontri che vanno al di là del tempo.

“I ricordi più belli dei miei anni in Virtus, al di là dei risultati sportivi ottenuti, sono legati a due persone: Chicco Ravaglia e “Il Prof” Grandi. Enrico era un'eccellente persona, un ragazza che doveva vivere, solare, pieno di energia, divertente un buon amico e un eccellente giocatore. Quando è successo quello che sappiamo ho affrontato momenti durissimi.
Lo stesso vale per “Il Prof”. E' stato artefice di molte vittorie della Virtus. Anche con le parole, e non solo con l'ottimo lavoro che ha sempre fatto, ha saputo tirare fuori la squadra da situazioni ingarbugliate”
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Con questo spirito Hugo Sconochini tornerà a calcare il parquet del PalaDozza domani, giovedì 6 aprile, per l'Old Star Game. Qual è stata la motivazione principale che l'ha spinta ad accettare?
“Prima di tutto la beneficenza. Aiutare i bambini e i ragazzi con malformazioni facciali, di cui la Fondazione Operation Smile Italia Onlus si prende cura, è un dovere oltre che un piacere. Poi il fatto che ci sia Ale Nava, che aveva già organizzato magistralmente la prima edizione dell'Old Star Game legata ai cinquant'anni della Viola Reggio Calabria, sia una garanzia. Quindi, come terzo e ultimo motivo, credo che Basket City debba potersi regalare di nuovo questo derby, proprio quest'anno in cui è tornata la stracittadina bolognese in A2. Domani andremo a rievocare la storia. Dovrà essere vissuta come una festa da entrambe le tifoserie”.

Oggi Sconochini ha smesso di giocare, ma è ancora nel “giro” della pallacanestro.“Sì, lavoro a Sky come commentatore dell'Eurolega. Ma mi dedico anche ad altro. Quattro anni fa ho scoperto il paddle. Non trovavo uno sport che mi divertisse dopo il basket. Invece ho scoperto il paddle che è molto aggregante e divertente e mi permette di mantenermi in forma”.
Fermarsi è difficile. Soprattutto dopo essere stato protagonista con la maglia della Virtus. Ricorda le Final Four di Eurolega del 1998, quando fu tra gli artefici del successo bianconero?
“Assolutamente sì. Eravamo a Barcellona e fu bellissimo vedere quel palazzetto strapieno di tifosi con la maglia bianconera. Battemo l'Aek Atene. Fu un successo meritato. La mia gara? Non ho mai messo la prestazione individuale davanti a quella della squadra. Se avessi scelto di guardare i miei numeri personali, avrei giocato a tennis”.


L'Old Star Game sarà di nuovo un derby. Che ricordi ha Sconochini della stracittadina bolognese?
“Credo che nessuna delle due squadre potesse esistere senza l'altra. Una antagonista era ed è necessaria: come il bianco serve al nero e il sole alla notte. Sono contento che il derby di Basket City sia tornato perché è la storia della pallacanestro. Entrambe le società meritavano di riaverlo.
L'obiettivo del nostro sarà quello di rievolcare le grandi emozioni del passato. E soprattutto raccogliere tanti soldi per aiutare la Fondazione Operation Smile Italia Onlus”.


Che cosa ha significato per Sconochini indossare la maglia della Virtus?
“E' stata la mia prima grande squadra. Dopo la stagione funesta al Panathinaikos, la Virtus ha rappresentato l'occasione di ripartire con una squadra italiana di alto livello che voleva fare qualcosa di importante. Aveva allestito un roster incredibile gestito da un grande allenatore e da uno staff pazzesco: Consolini, Valli, il Prof e Messina costituivano una squadra perfetta”.

Com'era Ettore Messina?
“Un allenatore ottimo, ma duro. Una volta vinta l'Eurolega tornammo a Bologna e, nell'allenamento che facemmo due giorni dopo all'Arcoveggio, dopo un paio di azioni, ci fermò. “Così non va bene – disse -. Non pensate perché avete vinto l'Eurolega che adesso sarà tutto facile”. Era già concetrato sull'obiettivo successivo, che sarebbe stato il campionato. Che poi vincemmo”.

Quali sono i campioni più forti con cui e contro cui lei ha giocato?
“Nella “mia” Virtus ci sono stati grandissimi campioni. Penso a Coldebella, a Crippa, a Frosini, ma il simbolo chiaramente era Danilovic. Anche se al suo livello metto Savic. E non voglio dimenticare Rigadeau. Poi, nella squadra della stagione 2000-01, arrivò anche Ginobili.
Tra gli avversari dico Carlton Myers, un grandissimo atleta e professionista. A volte era quasi impossibile da marcare”.


Secondo lei era più forte Danilovic o Ginobili?
“Li avrei visti bene anche insieme. Se andiamo a vedere i numeri, il vantaggio di Manu è stato che ha vinto in NBA, mentre in Nazionale Sasha è stato avvantaggiato, sebbene anche Manu abbia fatto il suo. E' impossibile dire chi sia stato il migliore. Sarebbe come chiedere a un bambino se vuole più bene al papà o alla mamma”.

All'Old Star Game vogliamo vedere il PalaDozza pieno.
“Sì. Noi saremo tutti lì per quello. E sarà ancora una volta una grandissima emozione”.

La prevendita procede a gonfie vele. Esauriti i biglietti di parterre e delle tribune. Sono ancora disponibili quelli per le curve, al costo di appena 10 euro (che andranno tutti devoluti in beneficenza), sul circuito VivaTicket, al Virtus Point, al Fortitudo Point e, domani giovedì 6 aprile, dalle ore 18 presso la biglietteria del PalaDozza.

Ufficio Stampa “Old Star Game”
Damiano Montanari

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