Il saluto di Amar Alibegovic: quel che ho vissuto non è professionismo

Amar Alibegovic ha affidato ai social il suo addio a Trapani, spiegando che quello che ho vissuto non si può definire in nessun modo professionismo.
Cara Trapani,
Che dirti dal primo giorno che ho messo piede in questa città ho visto cosa vuole dire fare parte di un sogno. Un sogno ad occhi aperti che tutte le persone di questa città mi hanno fatto vivere pienamente ogni giorno; con i sorrisi, i saluti, gli abbracci e il calore che mi avete trasmesso. Ho conosciuto persone che faranno parte della mia vita per sempre, vissuto esperienze uniche e provato cosa vuole dire ssere parte di una città che ti fa sentire a casa come se fossi parte di una famiglia grandissima.
Ogni volta che sono sceso in campo ho provato a combattere con tutto me stesso, mettendo sempre al primo posto l’obiettivo comune, perché sapevo quanto significasse per tutti NOI. Ho portato questi colori a testa alta e con il fuoco dentro per portare il nostro nome più in alto possibile, per tutti NOI.
Purtroppo come tutti i sogni anche questo finisce, in un modo che mai avrei immaginato. Ho provato e resistere e tenere duro, rimandando quello che mi era dovuto più e più volte, però quello che ho vissuto non si può definire in nessun modo professionismo.
La scelta di andare è solo mia e della mia famiglia e di nessun altro, non sono stato messo fuori da qualcun altro. Sono sempre stato professionale da quando sono arrivato. Gli accordi fatti e firmati a questo livello vanno rispettati!
Queste parole ve le scrivo con il cuore in mano e con infinite emozioni che mi attraversano. Vado consapevole che ho fatto tutto quello che potevo e dato tutto me stesso per provare a essere un faro di felicità per tutte le persone che hanno condiviso con me questo sogno.
Un Grazie infinito a tutti voi che mi avete fatto vivere questi momenti che saranno per sempre tra i più belli della mia vita.
Grazie ai giocatori che hanno combattuto assieme a me, agli allenatori che ci hanno guidato, preparatori che tra un ammunì e un compá ci hanno tenuto sempre sul pezzo, allo staff medico che mi rimetteva in piedi in qualsiasi situazione, al team manager che è un supereroe, al magazziniere, custode, autista che mi mettevano sempre il sorriso. Grazie a Marco che mi ha fatto capire cosa volesse dire essere il capitano di questa squadra e per essere qualcuno che potrò per sempre chiamare fratello.
Grazie a Jasmin che mi ha insegnato che ogni dettaglio conta, che bisogna usare la testa prima del cuore (anche se siamo molto simili al volere usare molto più spesso il secondo per risolvere tutto).
Delle persone fantastiche alla prima all’ultima.
Ma soprattutto, a tutti voi, grazie di avermi accolto nella vostra famiglia bellissima e avermi fatto sentire a casa dentro un sogno.
Trapani sarai per sempre con me in tutte
le emozioni che vivrò da qua in avanti
nella mia carriera e nella mia vita.
A tutti banne.
Sinceramente il tuo Capitano,
Amar