Caja: soddisfatto della squadra e dei primi giorni di lavoro. Vogliamo lottare dal primo all'ultimo possesso

In occasione del “media day” della Fortitudo coach Attilio Caja ha rilasciato le prime dichiarazioni sulla nuova squadra e sui primi giorni di lavoro
L'idea è stata cercare di fare una squadra omogenea, dove ci fosse una buona fisicità. E trovare giocatori in una fase di crescita della carriera, con forti motivazioni e possibilità di migliorare, ma anche qualità per performare oggi. Abbiamo messo insieme un buon gruppo, guardiamo il bicchiere mezzo pieno, i ragazzi si stanno confermando per quello che sapevamo. Siamo contenti di questi primi giorni.
Le prime amichevoli? All'inizio il lavoro è pesante, si lavora a livello fisico e con tanti concetti da mettere dentro. Vorrei vedere una buona mentalità, attitudine e voglia di lottare, è un aspetto che pretendiamo dalla prima partita.
Un obiettivo? E' fare il meglio possibile. In un sport individuale dipende tutto da te, in uno sport di squadra invece ci sono tante componenti, infortuni, problemi personali dei giocatori, gli avversari. Uno più performare bene o male, ma dipende anche da come performano gli avversari. Vogliamo essere competitivi e fare il meglio possibile. Abbiamo un palazzo con le tribune piene, e abbiamo i tifosi che sono i migliori in campo. Siamo orgogliosi di questo e vogliamo lottare, dal primo all'ultimo possesso. Testa bassa e pedalare, e alla fine vediamo dove saremo arrivati.
Squadra a mia immagine e somglianza? Sì, sono soddisfatto e ho avuto la conferma in questi primi dieci giorni. Quando prendi un giocatore c'è una forbice, ti aspetti da tot a tot, ma li conosci bene solo quando li alleni. Noi siamo nella parte alta della forbice. Sono contento dei giocatori che abbiamo, abbiamo margini di miglioramento. Lavoro, atteggiamento di squadra, e la loro propensione a non essere permalosi su quel che gli viene detto. Il lavoro deve essere il valore aggiunto della squadra.
Le favorite? C'è una parte di figurine e una parte sul campo. E' vero che si sono mossi giocatori importanti in questo campionato, ma lo vedremo sul campo. Noi guardiamo a noi, e vedremo anche chi sarà più bravo a mettere le squadre sul campo. La famosa chimica, nessuno può saperla prima.
Lo straniero sul perimetro? L'idea era di avere un giocatore che possa creare a giochi rotti, nei momenti in cui l'esecuzione non è perfetta o il famoso schema non basta. Moore va in questa direzione, un giocatore che possa battere l'uomo e creare.