Sergio Scariolo ha presentato in conferenza stampa la serie di finale scudetto.
Un'altra buona settimana di preparazione. I giocatori sono in buone condizioni fisiche e mentali, affrontiamo questa finale con grande umiltà. Chi ha vinto tanto sa che i proclami e l'arroganza sono modi per nascondere complessi di inferiorità che non abbiamo. Partiamo da dietro, loro sono i campioni, primi in classifica e hanno il fattore campo. Noi partiamo di rincorsa, sapendo che dovremo fare uno sforzo extra per raggiungerli, per lottare ed essere all'altezza. Tocca a noi dimostrare di poter riempire questa distanza. Abbiamo fiducia di poterlo fare, sappiamo che il compito è difficile. Vogliamo fare tutto quello che è nelle nostre mani, l'avversario è fortissimo e non solo in difesa. Siamo sereni: quando sei la seconda squadra nel ranking il tuo obbligo è arrivare in finale, l'abbiamo fatto, ora vogliamo fare una bella serie.

Ci sono più certezze dopo Brindisi e Tortona? Sono state belle serie, qualche piccolo momento di minore efficienza. Chiaramente è tutto molto diverso, sono servite a crescere dal punto di vista fisico e ad abituarci a giocare per questo tipo di obiettivo. Quello che è fondamentale è aver ritrovato ciò che non abbiamo avuto per tutto l'anno, la salute e una buona condizione fisica, perlomeno sopra la sufficienza in tutti i giocatori.

Nelle prime due serie eravamo noi la squadra di riferimento. Ora lo sono loro. Toccherà a noi metterli nel bersaglio, attaccarli da sotto, rimontare, correre dietro la lepre. Quando abbiamo avuto salute e buoni allenamenti con tanti giocatori sani abbiamo giocato sempre con velocità. Ma dobbiamo essere pronti a giocare a metà campo e difendere per 24 secondi. Tutti i loro giocatori hanno un livello di esperienza brutale.

Ci sono stati problemi a costruire la squadra a inizio anno, poi è stato un continuo e difficile cercare di trovare la quadratura, anche per la lunga catena di assenze. Ora abbiamo potuto finalmente allenarci come volevamo.

Rivincita dall'anno scorso? Non c'è rivincita quando trovi un avversario di partenza più forte, in concreto in stagione più forte, in miglior condizione fisica. Chi è abituato a vincere, chi si gioca finali e campionati del mondo non usa quelle parole. Dobbiamo fare il meglio e provarci. Poi se saranno più bravi stringeremo loro la mano. Ora il nostro dovere è fare guerra all'avversario dando il massimo. Vogliamo avvicinarsi, aggrapparci e arraffare qualcosa.

Le condizioni di Teodosic? Non ottimali ma sufficienti per farlo giocare.

Tra noi e Milano ci sono differenze enormi nella struttura, nella filosofia societaria. Differenze nello stile di gioco e nei mezzi a disposizione. Ho detto verità lapalissiane, che solo un cieco o uno in cattiva fede non può vedere. Siamo tutti vedenti e in buona fede, sono banalità, che a volte vanno rinforzate.

Il video, grazie a Sportpress

https://www.youtube.com/watch?v=FwtWgdi9EWE

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