Brunamonti, "Bonamico è stato un amico vero, non solo un compagno di squadra"

Il ricordo di Marco Bonamico fatto da Roberto Brunamonti a Fabrizio Fabbri per il Corriere dello Sport.
"Non è stato un compagno di squadra, alla Virtus o in Nazionale, ma soprattutto un amico vero. E faccio fatica ad accettare di non rivederlo più o sentire la sua voce. Era generoso, simpatico, ti travolgeva con la sua voglia di vivere. Certo un po' guascone perché gli piacevano le sfide e non aveva paura di nessuno. Ma chi come me lo ha conosciuto a fondo sa che che si portava dentro una grandissima sensibilità. Gli piaceva andare a fondo di qualunque discussione, approfondiva. Era bello stare accanto a lui.
Lo scudetto del 1984? Giocammo tutti, nessuno escluso una grande serie. Marco fu determinante, disputando delle partite indimenticabili. Sentiva quel successo molto suo e aveva ragione. Diede a tutti una carica incredibile. Appena tornavamo sull'argomento gli si illuminavano gli occhi. Certi ricordi non possono mai sbiadire, tanno scorso abbiamo festeggiato il quarantennale di quella vittoria. Mi sono rivisto tutte le partite contro Milano. Alla fine lo chiamai al telefono: "Marco grazie. So di non avertelo mai detto ma sei stato straordinario". Passò qualche secondo prima di risentire la sua voce. Lui, il Marine che faceva paura a tutti in campo, si era commosso.
Direi che era un giocatore avanti nel tempo. Bonamico oggi spiegherebbe pallacanestro a tanti. Lui aveva già allora quei mezzi fisici che oggi sono alla base dei fuoriclasse moderni. Ma era anche un atleta che conosceva i fondamentali. Sapeva segnare da tre, partire bene in palleggio, andare in velocità, fare a spallate sotto canestro. Se lo litigherebbero i club di oggi."