(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

With a little help from a friend, ovvero il Pilla che fa saltare il fattore campo a Pesaro, la giornata della Fortitudo è stata coronata, ieri, dal doppio risultato della vittoria con Forli, in primis, ma anche dall'avvicinamento alla vetta. E se è vero che poi dietro al primo posto c'è un gruppone con varie ed eventuali, è vero anche che, guardando in casa propria, la serata di ieri non è stata malaccio. Nella milionesima versione Effe dell'anno si è visto un buon inizio, un contenimento faticoso ma anche, nel momento in cui gli ospiti hanno per un attimo messo il naso avanti, la riscossa per arrivare, infine, ad un finale senza bisogno di mettere a dura prova le coronarie. Poi ci sarà da discutere sugli assetti: a fine gara Caja ha fatto capire di avere ottimismo per De Vico e meno ottimismo sul rientro di Mazzola, e questo sarebbe l'ennesimo ribaltare ruoli e via discorrendo, ma intanto Harris è parso un discreto innesto, e questo male non è: buona difesa, buona velocità nell'attaccare il canestro, mano non esattamente felice dall'arco, ma per un gettonaro basta e avanza.

Era una partita sentita, anche per certe scelte estive che hanno portato poi a qualche polemica e divisioni di opinioni: alla fine c'è stato poco da recriminare, ci sono state leggerezze difensive viste pure su Saturno e qualche zampata offensiva non portata però a conclusione, e saluti finali con chi lo ha applaudito, più freddezza altrove. Giusto così, la vita va avanti per tutti, senza bisogno di altro. Ora per la Fortitudo giorni extra di riposo, dato che la prossima sfida sarà mercoledì prossimo contro Avellino: la speranza è di capire qualcosa di diagnosi et similia, mentre almeno per quel che riguarda lo “straniero” sembra che Moore possa andare con calma, che Harris non pare essere una brutta pesca. Al netto del fatto che, di solito, tutti gli americani al primo impatto fanno bene, e non sempre si ripetono: pure Strawberry all'esordio pareva un fenomeno, per dire.

Innamoratissimo - Qualche difficoltà difensiva nel seguire gli altrui lunghi sul perimetro, ma se c'è un capobranco, qua, questo è Sorokas: altra vagonata di rimbalzi facendo reparto da solo e dando spallate alla bisogna. Poi la forza del gruppo, come sempre: una graffiata è arrivata da tutti, senza esclusione praticamente di nessuno. Ecco, magari Sarto dovrebbe tornare a Pistoia a riprendere la mano là dimenticata, ma vabbè.

In preda ad uno spasimo - L'area della Fortitudo rimane sempre un discreto terreno minato per le avversarie (la miglior difesa sul tiro da 2 altrui), mentre non sempre si riescono a limitare le sparate da lontano, anche se ieri certe robe di Pepe e Gaspardo sarebbero state limitabili solo obbligandoli ad ascoltare della trap. Ma non stiamo a guardare il capello.

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