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(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Sulla propria pagina FB, il saluto di Pietro Aradori alla Fortitudo 

Non è mai facile salutare.
Soprattutto dopo sei stagioni vissute intensamente.
Perché Bologna, per me, è diventata casa. E la Fortitudo, una seconda pelle.Mi avete accolto – magari con un po’ di diffidenza all’inizio, per via del mio passato – ma poi come uno di voi. Sempre.
Sei anni sono lunghi, nello sport sono una vita.
Abbiamo condiviso tutto: salvezza, retrocessione, gioie, fatiche, delusioni, partite belle e meno belle.
E ci sono momenti che restano addosso: come il vostro abbraccio al mio rientro dall’infortunio al tendine d’Achille. Quel calore lo ricordo come se fosse ieri. Da pelle d’oca.

In questi anni abbiamo attraversato salvezze, retrocessioni, notti felici  e sere amare.
Ma sempre con la stessa maglia, lo stesso orgoglio.
E voi sugli spalti, a sostenerci.
Io con voi. A volte belli da vedere, a volte meno. Mai perfetti, ma sempre veri. E, soprattutto, mai disposti a mollare.

Il mio sogno era chiudere qui la mia carriera. L’ho sempre detto.
Ma non c’è mai stato un confronto perché la decisione, con tutta probabilità, era già stata presa da un po’.
Dispiace, perché dopo sei anni mi sarei aspettato almeno una telefonata.
Ma va bene così oramai i like valgono più delle parole quando i post si sostituiscono alle strette di mano.

Spero comunque di avervi dato almeno una parte di quello che voi avete dato a me.
Con gratitudine.
Grazie Fortitudo.
Grazie popolo biancoblù.
Siete stati il viaggio più intenso della mia carriera.
 

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