Kyle Weems è stato intervistato da Luca Aquino sul Corriere di Bologna e da Luca Muleo su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

La Coppa Italia. Va affrontata con umiltà e senza presunzione. Bisogna mostrare rispetto per ogni avversario, come ovviamente faremo con Venezia, senza mai farsi abbattere dai momenti negativi o esaltarsi per quelli positivi. Ogni possesso conta, quindi servono concentrazione, disciplina e intensità.
La Coppa va separata dal resto della stagione e chi è più in salute ha più chance. Allo stesso tempo però è un momento nel quale concentrarsi solo su se stessi come squadra, fare meglio di quanto abbiamo fatto in passato e competere al massimo livello".


Cosa significherebbe vincere? Tutto per me. Perché non l'ho mai vinto. Ma non si tratta di me, voglio vincere per il club perché questo trofeo non viene vinto dal 2002, cioè molto tempo. Quindi, riportarlo qui e far parte di questo successo".

La stagione fin qui? Sicuramente buona, considerando gli infortuni e tutti i cambi di formazione a cui siamo stati costretti. Abbiamo subito pesanti sconfitte in Eurolega con Partizan, Olympiacos e Barcellona che sono servite da lezione, ma avremmo anche potuto vincere alcune partite - ad esempio Kaunas, Atene col Panathinaikos e in casa con l'Asvel - che avevamo giocato bene e darebbero tutt'altra immagine alla nostra classifica".

L'ottavo posto resta alla portata? "Guardo un giorno alla volta e la prossima partita con il Baskonia sarà importante, come lo sono tutte in Eurolega. Abbiamo dimostrato di poter vincere o perdere sia in casa sia fuori, bisogna restare fiduciosi, giocare sempre di squadra e magari alla fine saremo nelle prime otto".

E' capitato di non giocare in Eurolega. È importante rispettare le decisioni di coach Scariolo, non è qualcosa che va preso personalmente. Io continuo a lavorare per competere e aiutare in ogni modo la squadra, se gioco oppure no la cosa importante è avere il giusto atteggiamento, sostenere i compagni di squadra, essere un buon leader. Il mio numero verrà chiamato e dovrò essere pronto indifferentemente da quanti minuti starò in campo. Quello che conta è non perdere la fiducia, lavorare ed essere un buon compagno di squadra".

Il rapporto con la città. "Quello che i tifosi hanno fatto quando è scomparso mio padre, e anche oggi quando mi stanno vicini, mi restituisce incoraggiamento, amore, motivazione. Qualcosa per cui ho sempre avuto un grande rispetto. Giocare nel giorno in cui mio padre è morto e dare il massimo per vincere quella partita in Israele, credo sia qualcosa che ci ha avvicinato ancora di più rispetto a prima, perché hanno visto il mio amore per il club e la mia volontà di fare qualsiasi cosa per vincere. Ad ogni costo. È una fortuna averli come tifosi mentre indosso questa maglia".

Il suo contratto scade a fine stagione. Anche in questo caso prendo un giorno per volta e non guardo troppo avanti. Mi è già capitato in passato di giocare col contratto in scadenza e non metto troppa enfasi su queste situazioni. Come ho detto in passato, sarebbe fantastico finire qui la mia carriera, ma capisco che questo è un business e vanno fatte delle scelte. Sono concentrato solo sul finire il meglio possibile questa stagione e magari sollevare qualche trofeo per me, il club, i compagni di squadra, gli allenatori e i tifosi".

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