Fabio Bazzani è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Capisco coach Caja quando dichiara di sentirsi infastidito dalla candidatura dell'Aquila alla Serie A. Non significa che non sarà feroce nel cercare la vittoria nelle prossime gare, ma è stato realista. La squadra è stata costruita bene, seppure in ritardo rispetto ad altre società ambiziose che hanno speso di più: penso a Trieste, Forlì, Udine e Verona nel nostro girone, e a Trapani, Cantù e Treviglio nell'altro. La Fortitudo fin qui ha fatto un grandissimo lavoro, però è presto per sbilanciarsi. Oggi è giusto che siano favoriti i club che hanno investito maggiormente e hanno dichiarato di volere centrare la promozione in Serie A.

La vittoria di domenica scorsa con Piacenza può essere considerata l'esame di laurea della Fortitudo? "Di sicuro è stata un esame importante. Piacenza ha dimostrato di essere una signora squadra, disputando una grandissima partita. Per la categoria, abbiamo assistito ad una sfida di grande livello e intensità. La Fortitudo ha dimostrato di sapere aggiudicarsi gare anche soffrendo, come è normale che sia; era ed è impensabile credere di vincere sempre come a Trieste. La Effe ha avuto la capacità di restare sempre dentro la partita anche quando è scivolata sotto di cinque lunghezze. Nel rientro di Piacenza per il finale punto a punto ci sono stati molti più meriti dell'Assigeco che demeriti della Fortitudo".

Quale giocatore è insostituibile? "Oggi l'unico insostituibile ed il valore aggiunto della squadra è l'allenatore. Caja ha valorizzato al massimo i giocatori che ha. Aradori è in condizioni strepitose, degli americani abbiamo detto, Fantinelli non era così incisivo da tempo e Bolpin sta facendo molto bene. Il coach è un lusso per la categoria".

L'unico neo della Fortitudo è il rendimento della panchina? "I ragazzi stanno provando a dare quanto hanno. Al momento chi si alza dalla panchina riesce a incidere poco, solo Panni dà un contributo in termini di punti, mentre il quintetto sta facendo grandissime cose. Tra i non titolari, Conti è ancora un po' timido, magari deve adattarsi alla categoria: non è facile giocare in Fortitudo in A2 davanti a 5.000 persone. Morgillo si carica molto di falli, Sergio non riesce ad essere continuo. Come ha dichiarato Caja, si sta lavorando tanto. I giocatori della panchina devono crescere, speriamo possano dare un contributo. Per giocare a certi ritmi, la Fortitudo ha bisogno di attingere da più elementi".

L'ultima volta che la Fortitudo ottenne sette vittorie di fila arrivò la promozione in Serie A nel 2018/19. "Siamo tutti presi dall'entusiasmo, ma sarebbe scorretto e ingeneroso per questa squadra fare un paragone. Quella di Martino era una corazzata per la A2, con quel potenziale avrebbe potuto pure vincere le prime quattordici gare di fila. Quella attuale è una formazione costruita molto bene, in cui gli uomini mercato biancoblù hanno azzeccato tanto se non tutto, ma non ha la profondità della Fortitudo di Martino, perché è legata molto al rendimento del quintetto. Il confronto tra le due squadre è pertanto lontano e in più allora il primo posto in regular season assegnava la promozione diretta, mentre ora bisogna giocare e vincere i playoff per conquistare la Serie A"

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