L’Eurolega della Virtus è finita alle 22.30 di ieri sera, quando la vittoria di Baskonia ha estromesso matematicamente i bianconeri dalla lotta playoff.
Si tratta di un obiettivo societario dichiarato e mancato - inutile girarci intorno - la cosa era nell’aria da un po’ e da ieri è ufficiale. Sostanzialmente la bandiera bianca è stata alzata dopo la sconfitta interna con il Partizan, e non a caso due giocatori cruciali come Teodosic e Pajola sono stati fermati non perchè infortunati, ma solo per farli recuperare fisicamente. Ci fossero state ancora possibilità reali, non sarebbe successo.

La Virtus - da esordiente nella competizione - ha fatto una buona Eurolega da 13 vittorie (finora) qui ed è stata in corsa a lungo, nonostante gli evidenti errori nella costruzione del roster - gli ormai famosi troppi esterni e pochi lunghi - gli infortuni e un pacchetto centri decisamente non adeguato alla competizione, e non rinforzato dal mercato più volte invocato da coach Scariolo. Anche questa è stata una scelta societaria ben precisa, che è stata pagata a caro prezzo.

I bianconeri hanno alternato buone prestazioni, prendendo scalpi importanti come Barcellona e Real Madrid in trasferta e Fenerbahce in casa, a brutte serate con pessimo atteggiamento e imbarcate prese, quasi come se le partite fossero state battezzate: le peggiori a casa di Partizan, Olympiakos, Fenerbahce, Monaco e Maccabi, e in casa con Barcellona e Real Madrid. Da febbraio in poi - complici gli infortuni di Cordinier e Ojeleye e il crescere del livello della competizione - i problemi sono nettamente aumentati: nelle ultime otto la Segafredo ha incassato 91 punti di media.
Ora, a partire da domani a Istanbul, bisognerà cercare di finire bene e senza stendere tappeti rossi come ieri, in modo da non cancellare quanto di buono fatto fin qui.

Ovviamente conterà anche la situazione fisica - ieri si è infortunato Abass - e il primo pensiero dovrà essere al campionato, dato che si tratta dell’unico trofeo ancora contendibile. Conterà arrivarci nella miglior condizione possibile.

Di sicuro, se dagli esterni qualcosa di buono è sempre arrivato - e col rientro di Teodosic e Cordinier le cose miglioreranno di sicuro - il pacchetto lunghi mai non ha dato garanzie, per usare un eufemismo.
Shengelia - per motivi fisici - è andato a corrente alternata, mentre tra Mickey - la delusione più grande, visti costo ed esperienza - Jaiteh e Bako è stato peggio che andar di notte. La situazione sotto canestro e a rimbalzo è stata spesso problematica, per non dire disastrosa.
E dato che - a differenza di Milano - la Segafredo ha ancora un tesseramento italico a disposizione, va detto francamente che fare un innesto sotto canestro aumenterebbe di parecchio le chance di scudetto.

Per il futuro in Eurolega, invece, la partita si è spostata da qualche tempo a livello burocratico. Luca Baraldi e Paolo Ronci sono andati a Barcellona per incontrare Glickman e Bodiroga. Fallita la conferma sul campo - che vista la stagione stellare di Monaco sarebbe stata comunque utopica - si spera sia la diplomazia (e il progetto della Segafredo Arena) a poter garantire alle Vu Nere un posto nella massima competizione per la stagione 2023-24, e magari anche oltre.

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