FORTITUDO - NARDO', IL DOPOPARTITA
Di quelle serate che vanno talmente dritte da non necessitare forse nemmeno di tante altre parole successive, quella di ieri dove la Fortitudo bagna il Paladozza (l’ultima era stato l’immondo scansarsi contro Napoli) in maniera positiva e mette in saccoccia la prima vittoria del campionato. Certo, Nardò si è fatta notare solo per gli ottimi tifosi al seguito e per un buon primo quarto prima di eclissarsi, ma vista la fatica in altre occasioni e visto il rischio di perdersi in una Azzarita da 3860 dichiarati, allora è anche vero che se la strada si è dimostrata un rettilineo è anche per meriti propri, dai.
Tutti o quasi sopra la sufficienza, in un collettivo dove nessuno è stato l’eroe della giornata (alla fine Dalmonte ha avuto parole di elogio per l’NE Biordi, tanto per far capire l’andazzo) e a parte rari casi ogni singolo giocatore ha capito dove andare e cosa fare senza esagerare. Poi chiaro, se una squadra che aveva avuto grossi problemi offensivi di colpo ne sboccia 86 si deve essere contenti, ma tornando alle parole del coach nel pregara, ci sono rondini che arrivano a casa non perché sia primavera ma perché hanno sbagliato strada, e allora aspettiamo prima di dire che tutto è tornato a posto: il campionato è lungo, non solo l’Eurolega ma anche la A2 è una maratona più che uno sprint, ma intanto tutto bene, almeno per quanto visto ieri, e niente altro da dichiarare alla dogana.
Ed ero contentissimo - Le percentuali al tiro e, soprattutto, l’impatto delle seconde linee che a Cento poco avevano combinato: Panni, Barbante, Italiano e Cucci sono stati la chiave per tenere alta l’intensità una volta dato il cambio ai titolari.
Non me lo so spiegare - Alla fine si è vinto a rimbalzo (38-35), ma 11 offensivi concessi è un dato migliorabile. Rimane indietro Paci, mentre Davis si fa notare solo per l’highlight al contrario del contropiede solitario con palla che ancora non è stata ritrovata. Può capitare, eh, ma è capitato all’uomo sbagliato, in un momento in cui dubbi su cosa sia, per forza di cose, ce ne sono.
(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)