Il presidente FIP Gianni Petrucci è stato intervistato da Mario Canfora sulla Gazzetta dello Sport.
Un estratto delle sue parole.

Le società di basket di A sono tutte iscritte ma se non avranno il ritorno degli abbonamenti ci saranno problemi seri andando avanti. Il basket paga le tasse più alte dopo il calcio. Noi abbiamo detassato le società, ma la situazione è molto seria, abbiamo dimezzato il minibasket che era importante. Fortunatamente c'è un patrimonio che copre le perdite, ma io vedo il bilancio di alcune federazioni e mi rattristo.


C'è il rischio di altri casi Roma? "Spero di no, ma sono seriamente preoccupato perché così il basket è destinato a morire.

La limitazione al 25%? Io questa decisione la definirei assurda. Ma non può finire in questo modo, stiamo studiando delle azioni molto forti con le tre leghe perché il momento è delicato.

Non far partire i campionati? "No, questo no. Non possiamo anticipare nulla. Vorrei comunque ricordare che nella nostra posizione c'è anche la pallavolo, preoccupata come noi".
Ci sarà un incontro col sottosegretario Vezzali. La Vezzali ci mette pure tanto impegno, ma il Governo la "frena". Come il Ministero della Salute che fa tutt'altro che preservare la salute:
non facendo fare sport va contro quella che è proprio la funzione dello stesso ministero. Il ministro Speranza e il premier Draghi ci hanno sempre detto che per tornare a una vita normale ci si dovrà vaccinare in modo da avere il green pass. Non si capisce perché valga per tutto meno che per lo sport
Vorremmo sapere qual è la logica. Troppo facile dire solo no come fanno da mesi. Senza che nessuno ci spieghi e senza mai avere un confronto col Comitato tecnico scientifico. Intanto, tutto
lo sport affonda. Il calo di tesserati è ovunque enorme, in un anno la nostra federazione ha perso 13,5 milioni di euro. Non ci bastano più le rassicurazioni, vogliamo i fatti e soprattutto che si capisca il momento complicatissimo che stiamo attraversando.


La vostra richiesta? "Aprire al 50% almeno. Col 25% molte società hanno deciso di non aprire le campagne abbonamenti per i tifosi, facendo venire meno una delle principali fonti
del proprio sostentamento. Le direttive imposte recentemente dal Governo, in antitesi con quanto deciso per altri ambiti della vita civile, denotano preoccupante insensibilità e scarsa conoscenza del mondo sportivo, costretto ancora una volta a non poter programmare non solo il proprio futuro ma neanche l'immediato presente".

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