Parigi - Virtus, il dopopartita

Con 26 palle perse e 20 rimbalzi offensivi concessi è difficile giocare. Un lapidario Dusko Ivanovic ha commentato la sconfitta di ieri della Virtus a Parigi, sicuramente la peggior partita di questo scorcio iniziale di stagione. Sostanzialmente non ha funzionato nulla, e i padroni di casa hanno fatto esattamente la partita che volevano, alzando il ritmo e conducendo dall'inizio alla fine.
Per le Vu Nere davvero poco da salvare, forse il solo Morgan - ancora una volta il migliore - e un discreto Niang, molto presente a rimbalzo. Per il resto sono rimasti quasi tutti spaesati dall'altissimo ritmo imposto da Parigi, che ha giocato con il doppio dell'intensità. Dopo Valencia, il problema si è quindi ripetuto: la Virtus finora ha sofferto molto due squadre che giocano a ritmi alti, e non è mai riuscita a controllare i tempi di gioco. Di sicuro si paga l'inesperienza di qualche giocatore esordiente (Alston su tutti) che al momento sembra un pesce fuor d'acqua a questo livello. Inoltre la squadra, come da previsioni iniziali, sembra un po' leggera per il massimo livello europeo, e i quintetti con quattro piccoli - cari a Ivanovic - soffrono parecchio. Forse dare qualche minuto a Diarra, unico lungo stazzato della squadra, sarebbe servito.
Che questa Virtus - squadra in buona parte nuova - avesse bisogno di un periodo di rodaggio si poteva facilmente prevedere, il problema è che il tempo non c'è. L'Eurolega purtroppo non fa sconti, e il calendario nemmeno: che già domani si torna in campo in campionato. A Udine il livello dell'avversario sarà senz'altro più basso, ma il clima sarà caldo e la stanchezza si farà sentire, con meno di 48 ore di tempo per recuperare. Dopo la brutta prova di ieri, reagire però è d'obbligo.