Matteo Boniciolli è stato sentito da Damiano Montanari per Stadio. Un estratto dell'intervista.

"L'emozione, nella comune accezione del termine, la proverò forse quando verrò al PalaDozza: risalire le scalette per entrare in campo e trovarsi davanti la Fossa dei Leoni sarà qualcosa di unico. Domenica in casa sentirò grande contentezza nell'incontrare una società in cui ho vissuto anni felici. Come tecnico incrocerò Luca Dalmonte, che stimo molto e che ti costringe sempre a crescere e a migliorare quando lo affronti, perché non è mai scontato.
Saremo favoriti perché abbiamo un record di vittorie e sconfitte migliore di quello della Fortitudo e perché giocheremo in casa. Questo è un ulteriore privilegio: quando ti considerano favorito, ti considerano migliore degli altri.
In gare del genere, si dimenticano concetti come rodaggio, crescita o pazienza, e si accendono i giocatori di livello. La Fortitudo ne ha, penso agli americani Thornton e Davis oltre a Fantinelli e Aradori; noi ne abbiamo altrettanti, forse qualcuno di più. In estate Dalmonte ha dovuto costruire una squadra a mercato praticamente concluso scegliendo tra i giocatori che erano ancora a disposizione, non necessariamente i migliori e i più adatti al suo tipo di pallacanestro. Le difficoltà che l'Aquila sta affrontando credo siano figlie di questa situazione, con tutto il rispetto per chi oggi indossa la maglia biancoblù.
Non sono mai stato ecumenico. Non si sa ancora per quanto, ma siamo in un Paese in cui le opinioni si possono esprimere. Umanamente mi ha molto amareggiato il commento di un idiota che, quando mi sentii male, mi augurò di morire. Non ho mai avuto la pretesa di piacere a tutti e ho sempre cercato di fare il mio lavoro dando il massimo di me stesso, con la massima intensità. La mia avventura in Fortitudo si è esaurita con uno svenimento in spogliatoio a Forlì perché ero tornato troppo presto da un intervento che avevo subito e per il quale avevo trascorso una notte in terapia intensiva. Ero troppo coinvolto dalla Effe per riposare. Ho il grande rimpianto di non avere completato il percorso di rinascita della Fortitudo, che poi ha coronato Antimo Martino. Quanto al resto, non ha un consenso unanime la Meloni, non vedo perché dovrei averlo io"


(Photo Fabio Pozzati)

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