Il DG della Virtus Paolo Ronci - che oggi sarà a Belgrado per la Final Four di Eurolega - ha rilasciato una lunga intervista a Daniele Labanti e Luca Aquino sul Corriere di Bologna.
Un estratto delle sue parole.

Stare tutti i giorni con la squadra, concetto esteso che non comprende solo i giocatori, fa parte del mio ruolo. Ho letto molto, imparando altrettanto da bravissimi dirigenti conosciuti all'estero. Il mio ruolo è quello di tenere l'equilibrio negli stimoli, che a volte non si forniscono solo con pacche sulle spalle, e creare empatia. L'empatia va ricercata, quella è il segreto, se vogliamo trovarne uno. L'empatia consente alle squadre a un certo punto di prendere il vento buono e diventare inattaccabili.
La Virtus quando ha preso il suo vento buono? Quest'anno arrivare alla Coppa Italia in cattive condizioni ha pizzicato il nostro senso di competizione. Ma quel vento bisogna andarlo a cercare e noi alla Virtus ne abbiamo tanti che sanno dove trovarlo.
La Virtus è tornata sulla mappa dell'Eurolega. Non saremo una comparsa. Vogliamo restare più di un anno e partecipare alla vita e allo sviluppo dell'Eurolega. Lo faremo con competitività e umiltà.
Milano? Non amo parlare degli altri. Noi vogliamo difendere lo scudetto e penso che, al massimo delle nostre possibilità, siamo una squadra molto difficile da battere.
Si parla già di mercato, con vari nomi usciti. La nostra squadra va amata, bisogna far sentire questo clima ai giocatori come i tifosi hanno fatto finora. Per il mercato ci sarà tempo. Certo, oggi ritengo la Virtus una rising star, siamo cioè nella top ten dei club europei dove un giocatore vorrebbe giocare, e questo fisserà degli obiettivi per il nostro mercato. Fare l'Eurolega per entrare nelle prime otto richiede un roster strutturato e profondo, che costruiremo. Essere arrivati a poter ingaggiare due campioni come Hackett e Shengelia segna la direzione che vogliamo avere, ma non bisogna pensare che servano solo grandi nomi: uomini decisivi come Weems, Cordiner e Jaiteh, mvp di Eurocup, sono arrivati grazie al lavoro di scouting. Inoltre difficilmente la squadra è perfetta al 20 agosto: il club si tiene sempre uno spazio di manovra.
Shengelia? Quando ha firmato ci siamo fatti una promessa: prima raggiungiamo gli obiettivi, poi parliamo. Lui sta benissimo a Bologna, per noi è molto importante averlo. A fine playoff, saremo la reciproca priorità.
Il futuro di Mannion? Nico ha avuto una malattia seria, non una indisposizione. E ha dovuto rincorrere tutta la stagione, sottoposto a giudizi costanti. Questo per lui non è stato l'anno uno con noi, ma l'anno 0,5. Finito il campionato ci troveremo per rivalutare la situazione. Questa estate sarà molto importante per il suo futuro.
Lei si arrabbia mai? "Solo quando qualcosa di inaccettabile arriva a sporcare la serenità del gruppo. A quel punto faccio scudo. Anche questo serve per prendere quel vento giusto che consente di aprire grandi cicli di vittorie. E noi vogliamo aprirne uno.

(foto Virtus Pallacanestro)

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