(foto Mauro Donati)
(foto Mauro Donati)

Zuccata forse imprevista ma già pesante, quella della Fortitudo in casa di una Roseto che, in campo, ha messo un qualcosa che forse Bologna ancora non ha, ovvero prima di tutto l'entusiasmo. La voglia di buttarsi su ogni pallone, di urlare dopo una buona azione, l'idea di voler fare qualcosa di buono. Cosa che i Caja's non sono riusciti a metere in campo, fin dalle prime azioni: ad un certo punto si era -17, si viaggiava a circa 3 punti presi al minuto, tornando in una delle caratteristiche della passata stagione, ovvero le vagonate di triple prese senza battere ciglio. 15, alla fine, ringraziando che nell'ultimo quarto le percentuali altrui siano scese sotto il 50%.

In sala stampa, qualcuno ha fatto notare che questa non è sembrata una squadra di Caja. Ma era stata la stessa considerazione fatta dopo la sconfitta di Ravenna, ovvero che non ci sia una difesa degna di quella vista due anni fa. Abbiamo passato il mese di agosto a vaticinare di partite da vincere 50-48, abbiamo scoperto nel precampionato che la truppa qualche punto nelle mani ce l'ha, ma anche che dietro si barcolla, per ora, più di quanto non si dovrebbe. Presto per capire quale sarà la vera natura di questa Fortitudo, ma con Imbrò (ieri non male) da inserire e il dover ristrutturare il nuovo centimetraggio globale, il timore è che ci vorrà tempo, mentre le partite danno già punti. Aspettiamo Anumba per capire cosa potrà dare, e vedremo se l'assetto attuale senza un lungo potrà essere portato avanti. Di certo, non è stata una gran serata, punto.

Innamoratissimo - Per ora quello che va bene è il pubblico, che ha scollinato abbondantemente i 4000 abbonamenti e che avrà bisogno di ben altra prova, domenica, per vedere ricambiato il proprio affetto. In campo, ieri, la voglia di non alzare bandiera bianca troppo presto. Ma non basta, ahinoi.

In preda ad uno spasimo - Più o meno tutti una spanna sotto quello che dovrebbe essere lo standard richiesto, e ovviamente il flop di Sorokas che statisticamente si palesa più di tutti gli altri. Sconfitta di squadra, quindi. E una nota. Le regole sulle concessioni degli assist, quest'anno, saranno ancora più generose di quelle, già magnanime, viste in precedenza. Quindi ci saranno doppie cifre facili facili, dato che per non segnare l'assistenza ci si dovrà davvero impegnare. Ma lo spirito dell'attribuzione (ovvero il premiare il passaggio) è ormai svanito. Da ora in poi, quindi, non ricorderemo il clamoroso gol di Maradona contro l'Inghilterra a Mexico 86, quanto piuttosto il fantastico assist di Hector Enrique.

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