(Virtus Pallacanestro Bologna)
(Virtus Pallacanestro Bologna)

Achille Polonara a breve sarà sottoposto a trapianto di midollo al Sant'Orsola. Poi, dopo un mese di ricovero e periodici controlli, potrà raggiungere i suoi nuovi compagni a Sassari.
Un estratto delle sue parole rilasciate al Resto del Carlino e Repubblica.

«Il percorso procede molto bene, i dottori sono contenti. Le terapie di Valencia tra chemio e medicine hanno fatto il loro effetto. Adesso mi attende un nuovo ciclo di chemio qui al San’Orsola dove sono ricoverato e poi direi il 24 settembre il trapianto».

Come sarà il decorso post-trapianto? I medici qui a Bologna, ma anche a Valencia sono stati eccezionali, si sono sempre mossi con la massima celerità. Dovrò rimanere in isolamento, le difese immunitarie si abbassano quindi dobbiamo evitare contatti. Per qualche settimana non potrò vedere i bambini che sono dai nonni a Battipaglia, ma seppur dolorosa era la scelta giusta da fare».

Accanto a lei, ci sarà sua moglie Erika. Sì è la mia roccia, insieme ai bambini mi dà quella spinta in più per non mollare. Doverli lasciare dai nonni è stata tosta, ma sono fortunato ho due suoceri straordinari, so che sono in ottime mani e poi da qualche giorno hanno iniziato la scuola. I bambini mi mancheranno, ma quando tutto sarà finito gli racconteremo perché li abbiamo lasciati ci diranno che abbiamo fatto bene».

Con la sua voglia di lottare è diventato un esempio per tanti. Chiaramente sono contento di essere un esempio per coloro che affrontano come me un difficile momento. Voglio fare un invito a tutti a donare, c’è bisogno di tanti donatori, dando il proprio contributo si possono salvare molto vite e far superare momenti brutti a tante persone. Per questo voglio lanciare un appello: iscrivetevi all’Admo, l’Associazione Donatori di Midollo Osseo, mezza giornata della vostra vita può aiutare tante persone a vivere e guarire.

Dopo tanti momenti bui, è tornata la luce? Sta tornando. Martedì Tonut è venuto da Milano per farmi visita in ospedale e regalarmi la canotta usata nelle amichevoli prima dell'Europeo, lunedì ero a cena con Belinelli a far balotta al ristorante Pepperoni. Tutte cose che aiutano.

Riesce a dirsi che il peggio è passato? Non proprio, ancora non mi sono permesso questo lusso. Sono ottimista perché sta andando bene e affronto il trapianto col corpo in forma, ma l'ansia c'è e quella luce non posso accenderla del tutto. So che il percorso del trapianto sarà più tosto della chemio, che momenti difficili in cui soffro e sto male ci saranno. So anche che con me a tenermi in piedi come sempre ci sarà mia moglie.

Il contratto a Sassari, da giocatore, ha cambiato le sue prospettive? Due mesi fa sognavo solo di vivere una vita normale, Poi è arrivata la proposta di una squadra e una città dove son stato bene, ho amici, e il pallino del basket è tornato. Appena finite le cure andrò a conoscere i compagni; non mi sono dato tempi, nemmeno loro me li hanno dati, ma ora il mio obiettivo è rimettermi in forma e tornare a giocare a basket. Per questo la pur apprezzata proposta di un ruolo da scout nella Virtus non l'ho considerata, per un lavoro fuori campo c'è tempo. E quella vita normale ora la vedo più vicina.

Passa anche dal tornare a parlare solo di basket? Non vedo l'ora di tornare in campo, stare bene e parlare di sport; ho fatto più interviste in questi mesi che in tutta la carriera da giocatore. Più in là parlerò con Pozzecco anche delle sue dimissioni dalla nazionale, ora non voglio disturbarlo e gli ho solo mandato un messaggio per dirgli che gli voglio bene.

Che ricordi si porterà dietro della Virtus e di Bologna. Ottimi ricordi. Ho vinto due trofei, il mio primo campionato italiano e una Supercoppa. Bologna mi ha dato tanto, al di la delle esperienze di salute brutte a livello personale. Qui ho incontrato tanti amici, rimarrà per sempre nel mio cuore.


 

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