Flats Service Fortitudo Bologna - Crino Wines Ruvo, il dopopartita

Una domenica così tranquilla da non sembrare nemmeno una partita di basket ma uno scrimmage con squadre costruite male e squilibrate, quei casi in cui di solito ad un certo punto ci si ferma, si mischiano meglio i giocatori e si riparte. Merito della Fortitudo, che soprattutto difensivamente ha preso subito le misure all'avversaria, e demerito di una Ruvo che, con tutto il rispetto, ha sciorinato una delle peggiori prestazioni viste al Paladozza da un bel po'. 10, 20, 30, 40 punti di scarto prima che si allentasse un po' la morsa (79-37 al 32', il massimo vantaggio), 127-45 la valutazione, 52-31 a rimbalzo, insomma ci siamo capiti.
Così semplice da non meritare forse nemmeno particolari dissertazioni, i Caja's hanno prima dominato dietro (7 presi nel 1q, 19 all'intervallo) e poi straripato anche davanti (31 fatti nel 3q, 51 in totale dopo il suddetto intervallo) facendo polpette in area e poi diffondendosi anche altrove. Alla fine ci sono stati applausi per tutti e l'apertura di un piccolo fronte Moore: il coach ha fatto capire che il giocatore viene giudicato pronto dallo staff medico ma non particolarmente convinto di voler tornare a giocare dopo la prima distorsione della sua vita. Con lui titubante e Harris fermo - out sia il titolare che il gettonaro, per la cronaca - è tutto da vedere se a Rieti ci sarà squadra al (relativo) completo o altre assenze. Ieri, non ce ne è stato bisogno, e bene ha fatto la società di Ruvo a scusarsi con i propri tifosi in trasferta: non si vedeva uno straniero scarso come Moody, almeno per quanto visto ieri, da decenni, secoli, millenni.
Innamoratissimo - Bene i plausi a Guaiana e Moretti, bravi a cogliere l'occasione per fare bene. Vero che davanti c'erano praterie, ma la testa era sintonizzata nel modo giusto.
In preda ad uno spasimo - A cosa serve tanto salume, nel buffet post partita, se accanto non c'è un po' di pane ma solo pandoro? Dobbiamo anche noi andare al Tribunale Federale?