Alessandro Dalla Salda, ora a Reggio Emilia, è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Un estratto delle sue parole.

Certo pensavo di restare per più anni alla Virtus. Poi Luca Baraldi durante la stagione mi informò che gli investimenti del gruppo Segafredo si sarebbero fatti sempre più importanti e forti e c'era la necessità di avere un controllo più diretto della società da parte della proprietà. Due amministratori delegati a quel punto erano troppi.
Un anno solo, ma un trofeo internazionale vinto. Che ricordi ad Anversa, andammo là non certo da favoriti anche dopo alcuni brutti KO in casa in campionato. Ma c'era feeling tra me, Djordjevic e Paolo Ronci e Sasha fu bravo a gestire anche dal punto di vista umano il gruppo: arrivò la Champions League. Quella vittoria è la madre del corso attuale della Virtus, è iniziato lì il ciclo vincente che ha portato anche gli altri successi. E mi è rimasto pure un rammarico.
Mancammo i playoff ma se ci fossimo arrivati, dopo Anversa e un con un gruppo che cresceva, saremmo stati scomodi per tanti.


Oggi ohe derby si aspetta? C'è il tutto esaurito ed è la prima volta da quando siamo tornati al PalaBigi dopo due anni a Casalecchio, molti tifosi verranno da Bologna ma almeno 4 mila reggiani saranno con noi. Questa è una piazza di basket, ma in questa pallacanestro la serie A è difficile da mantenere, basti pensare che pure Virtus, Fortitdudo e Cantù hanno conosciuto la retrocessione. La società ci supporta, abbiamo appena firmato Marcus Lee, un centro che ci mancava ma che con la Virtus non ci sarà. Poi è dura ma al PalaDozza all'andata siamo stati avanti per 35'. Ci sono le annate che nascono storte ma ce la giocheremo sino alla fine.

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