La partita che forse tutti avrebbero voluto vedere, non solo per il risultato - d'altronde avere Banks e Candussi è un po' diverso dall'aver avuto Davis, Thornton, Paci e Biordi. Anzi no, Biordi ieri c'era, per le stats - ma per la voglia e l'atteggiamento. La Fortitudo impatta la serie, la riporta a Bologna strappando il servizio a Cento e tutto ad un tratto dimentica (ah, il potere del risultato!) i pessimismi, gli stracci che volano ai piani alti, le richieste di andare in vacanza e forse anche i non andiamo alla partita di chi non è d'accordo con questa gestione. Gara dove l'attacco è andato talmente bene che nel primo quarto c'è stato quasi da applaudire al primo possesso non concretizzato, dopo minuti in cui si è fatto canestro sempre e comunque. Poi la gestione successiva, con Cento che si è fatta piano piano vicina, vicinissima, -2, tiro del -1, ma rispedita all'inferno dal collettivo, soprattutto. Quello per cui è difficile trovare un vero e proprio mvp, anche se è chiaro che il duo Cucci-Candussi è andato sopra le righe, per fortuna stavolta in senso buono.

D'altronde, avrà pensato Angori, se i loro lunghi sono più lunghi che allora i nostri siano più pericolosi, andando a tirare laddove Berti e Zilli non potevano chiudere. E se il tiro da 3 degli omoni entra, allora tutta la Fortitudo diventa il classico meccanismo in cui tutto funziona. Quindi? Quindi ora intanto garantito il secondo incasso casalingo, cosa che forse era il vero e proprio obiettivo della serie. Ma strappato il vantaggio del fattore campo, adesso, non si potrebbe vedere se c'è modo e maniera di andare oltre?

Ed ero contentissimo - Cucci e Candussi li abbiamo citati. La grinta di Fantinelli, ben spiegata dalla dedica alla sua (nostra) gente a fine gara. L'utilità di Banks, bravo a cercare prima il bene comune che non il proprio. E, infine, applauso a Panni. Ora c'è, con testa libera e fisico recuperato.

Non me lo so spiegare - Rimane un certo senso di inutilità da parte di Vasl, che pur sempre uno straniero è, così come il nervosismo collettivo, stavolta però limitato ed esacerbato solo da Italiano. Ma per una volta sia perdono (con l'accento sulla o) collettivo.

(Foto Mauro Donati)

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